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Rachele Bastreghi: "Un tuffo negli anni 70 per scoprire una nuova me"

La vocalist e strumentista dei Baustelle esordisce da solista con lʼep "Marie"

rachele bastreghi
ufficio-stampa

Scoprirsi autrice a 37 anni grazie a una fiction. E' quello che accaduto a Rachel Bastreghi, tastierista e vocalist dei Baustelle, che esordisce come solista con l'ep "Marie", un lavoro che guarda agli anni 70. "E' nato quasi per caso - spiega lei - ma una volta iniziato mi sono accorta che avevo qualcosa da dire e ho voluto mettermi alla prova. I Baustelle? Nessuna paura, presto ci troveremo per scrivere il nuovo disco".

Rachele Bastreghi: "Un tuffo negli anni 70 per scoprire una nuova me"

Tutta colpa, ma sarebbe meglio dire merito, di Luca Riboni, regista di "Questo nostro amore 70", che ha chiesto a Rachele di scrivere una canzone per la fiction recitando anche una piccola parte in una puntata. "Senza questo evento esterno sarei comoda sul divano a casa - spiega lei -. Inizialmente ero titubante ma poi parlando con Riboni ho pensato potesse essere divertente: c'erano gli anni 70, la Francia, tutti elementi che sono sempre stati nell'universo dei Baustelle. E poi anche girare la scena non è stato complicato: ho cantato il brano e detto un 'ciao', poco diverso dal girare un videoclip".

Una volta messa in moto però la macchina non si è più fermata. Rachele si è accorta che la veste di autrice, pur con le titubanze di una che muove i primi passi, le calzava a pennello e ci ha preso gusto. "Dopo quel pezzo è uscita l'esigenza di espandere l'esperienza e scriverne altre e far nascere un ep a tema - racconta -. Prima sono nate le mie canzoni e pezzo e poi sono arrivate le cover, visto che mi sembrava l'occasione giusta per omaggiare degli artisti che amo come l'Equipe 84 e Patty Pravo".

Ne è uscita un'opera di sette pezzi, uno dei quali strumentale, di grande fascino e dal respiro profondamente 70's, con atmosfere spesso cinematografiche. Un sound che Rachele ha volutamente cercato. "Anche per come è nato il progetto la guida era proprio il mondo del cinema degli anni 70 - spiega -. Avevo dei punti di riferimento come Serge Gainsbourg e Jane Birkin. E poi ho sempre amato le colonne sonore in generale ed Ennio Morricone in particolare".

I fan dei Baustelle devono preoccuparsi per l'integrità del gruppo in vista del futuro? Lei rassicura tutti: nessuna velleità di abbandonare la ditta, anzi, questa esperienza potrebbe servire a rinsaldarla. "Se in futuro avessi l'esigenza di dire qualcosa ci potrebbe essere un seguito a questo ep, ma i Baustelle sono vivi e vegeti - dice lei -. Adesso farò qualche data dal vivo aggiungendo anche pezzi nuovi e altre cover. Poi ci ritroveremo con il gruppo per scrivere il nuovo album". Una volta scopertasi autrice non ci sarà il rischio di pestarsi i piedi con Francesco Bianconi? "No, non è che sarò obbligata a dare il mio contributo - ribatte -. Anzi, sapendo di avere la possibilità di sfogare le mie ambizioni autoriali in altro modo magari sarò più tranquilla nel gruppo. Quella solista e quella con i Baustelle potranno essere realtà che convivono".