FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Pacifico: "Con Bersani e Guccini, uniti dall'amore per i libri"

I tre cantautori sono gli interpreti di "Le storie che non conosci", un brano inedito che fa da colonna sonora alla campagna #ioleggoperché lanciata dallʼAssociazione Italiana Editori. Tgcom24 ha incontrato Pacifico

pacifico samuele bersani guccini
ufficio-stampa

Un terzetto d'eccezione per un'importante causa culturale.

E' quello composto da Pacifico e Samuele Bersani, con il prezioso contributo di Francesco Guccini, per #ioleggoperché, il progetto nazionale di promozione del libro e della lettura organizzato dall'Associazione Italiana Editori, per il quale hanno scritto e interpretato il brano "Le storie che non conosci". "E' stato un incastro perfetto - spiega Pacifico a Tgcom24 -. Io un libro? Perché no!".

Pacifico: "Con Bersani e Guccini, uniti dallʼamore per i libri"

La canzone disponibile su tutti gli store digitali e il ricavato sarà interamente devoluto in beneficenza alla Fondazione Lia per finanziare laboratori di lettura per bambini non vedenti e ipovedenti a Bologna. "Una storia che non conosci non è mai di seconda mano / è come un viaggio improvvisato a chilometraggio illimitato / una storia in cui tu ti specchi con i tuoi occhi da marziano / è come una lanterna magica che non si ferma", cita il testo: è la storia di un libro che attraverso la sua vita racconta i mari dell'immaginazione. È un corpo di carta che assorbe un tempo indeterminato e l'esperienza dei vissuti umani. Un libro che racconta una storia sempre nuova per chi lo scopre.

Come è nato il vostro incontro?


Con Samuele lavoro da un po', anzi, è stato uno dei primi incontri musicali e uno dei più importanti. Quando ancora dovevo fare il mio primo disco lui sentì le mie parole e la incise su un suo disco. Da lì è iniziata un'amicizia vera, che va anche oltre il semplice ambito musicale. Ci sentiamo spesso anche per scambiare pareri.

E' stato difficile convincere Guccini a uscire dal proprio eremo?


Quelle di chiamare Francesco è stata un'intuizione di Samuele. Inizialmente, dopo che aveva ricevuto un invito dalla società editori per un brano inedito, lui ha chiamato me perché era un po' che volevamo fare delle cose. Poi ha pensato di invitare Guccini, che conosce personalmente, nonostante il suo annuncio di ritiro dalle scene. Francesco ha accettato di buon grando, credo che la finalità del brano abbia fatto il suo e tutte le cose sono andate magicamente a posto, tutto è andato per il meglio.

Come è venuta la storia di questo libro, visto prima come un ragazzino e poi come un vecchio?


E' il frutto delle chiacchierate con Samuele. Per scrivere il brano io e lui abbiamo fatto due strade diverse ma alla fine ci siamo incontrati. Io sono padre da poco, mio figlio ha 3 anni, e mi è venuto spontaneo immaginare questo libro come un ragazzino che va in giro spericolato e spavaldo, un soggetto di cui prendersi cura ma che anche se la gode. Samuele invece mi ha detto che secondo lui il libro era bello rovinato ma ha la magia che hanno i libri quando li scopri anche in età adulta. E così questo libro è invecchiato nel giro di tre minuti.

Sono tanti i cantautori che si sono cimentati con la letteratura. Hai anche tu quel sogno nel cassetto?


L'idea del libro è qualcosa che mi gira per la mente ma mi spaventa è la lunghezza. E non credo di essere l'unico, tanto che molti spesso si rifugiano nei racconti. Da lettore, la mia sensazione è che lo scrittore abbia una capacità particolare di vedere la storia, con tutti i personaggi e i suoi sviluppi. La difficoltà per una canzone invece è quella opposta, perché in dieci righe devi dire qualcosa di molto incisivo che magari qualcuno ricorderà per tutta la vita.

A cosa stai lavorando attualmente?


Sono sempre in mezzo a collaborazioni. Ho fatto il disco con Malika, ho lavorato con Ramazzotti. E sto lavorando anche in Francia, dove vivo da un po' di tempo. E nel frattempo mi sto scavando un buco per fare bene il mio disco, con cura e attenzione. Ho già tutti gli spunti, ora deve crescere.

Come scindi il tuo essere autore per altri e il comporre per te stesso?


Ho una formazione musicale da musicista, ho iniziato a scrivere tardi. E ho una utile delimitazione vocale. Così quando devo scrivere per grandi cantanti ho una possibilità di spudoratezza, sia nei significati che sulle melodie, che mi permetto con altri. Mentre per me posso portare avanti un discorso molto personale e libero. Conosco il potere delle voci: ho sentito delle cose rovinate da me e rese splendide da altri. Mentre ci sono cose che tradizionalmente i cantautori cantano meglio di tutti.

Ti sei dato dei tempi?


Quello che mi interessa è dare un ambito riparato al lavoro. Non sono un'industria con tempi obbligati come certi big internazionali. Non avrebbe senso farlo di fretta, devo farlo per forza in maniera accurata e con qualcosa di me. Il fatto di essere a Parigi mi sta aiutando perché sono un po' al riparo.