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Grazia Di Michele: "La mia musica a colori senza finzioni"

La cantante e prof di "Amici" dopo Sanremo presenta a Tgcom24 il nuovo album "Il mio blu"

Grazia di Michele,Mauro Coruzzi,Platinette
ufficio-stampa

Sotto la scorza "dura" dell'intransigente e severa prof di "Amici" si nasconde un'artista dolce e raffinata. Grazia Di Michele si scioglie quando parla della sua musica. Dopo l'interpretazione di "Io sono una finestra" a Sanremo con Mauro Coruzzi-Platinette, la cantautrice racconta a Tgcom24 il suo nuovo album, il 15esimo, "Il mio blu": "Lavoro con la musicoterapia, la mia arte è a colori. E non sopporto le strategie mediatiche".

Grazia Di Michele: "La mia musica a colori senza finzioni"

Partiamo da Sanremo, ti aspettavi un po' di più dalla critica?
Forse i giornalisti erano un po' distratti. Non tutti però. Ho cercato di trattare un tema importante e mi è stato detto che era troppo alto rispetto al pubblico di Sanremo, anche se poi è stato lo stesso pubblico a portaci in finale. C'è tanta gente che mi scrive e che ha colto il senso del progetto. Con Mauro che è venuto a parlarne in prima persona. Il premio della critica mi sarebbe piaciuto, certo. Ma abbiamo appena ricevuto il premio Lumezia, e siamo molto soddisfatti.

Con Mauro-Platinette, che progetti ci sono?

Sono ancora in embrione, abbiamo entrambi tanti impegni ma non vogliamo lasciare cadere questo progetto così importante.

Perché questo titolo, "Il mio blu"?
Lavoro da tempo con la musicoterapia, con i colori. Anche la scelta di associare un dipinto a ogni canzone non è casuale. La pittura è sempre stata una costante nella mia vita. E' bello dare emozioni e comunicarle attraverso le varie forme d'arte.

A proposito di colori, citi una frase di Alda Merini in copertina, perché?
"I colori maturano la notte". Amo la poesia della Merini. E' una frase dove c'è tutto, in quattro parole. Mi immagino queste notti così difficili per lei che viveva un periodo così buio in manicomio. E la luce della sua poesia, anche e soprattutto in questi momenti.

Un album ricco di collaborazioni..

C'è un duetto con Mario Venuti molto bello, i testi li ho scritti da sola e in parte con Raffaele Petrangeli, un poeta umbro. E poi c'è questa importante collaborazione con il trio jazz di Paolo di Sabatino.

Come sei cambiata negli anni alla luce anche di questa contaminazione con la tv?
I cambiamenti sono indispensabili, anche se a volte sono le cose che ruotano intorno che cambiano. Scrivere una canzone fare il dj, cantare a teatro, insegnare in università musica o fare il prof ad Amici, l'importante è fare musica. Io sono me stessa, parlo di cose che faccio. E non riuscirei mai a recitare un ruolo.

Sei una prof severa, spesso ti scontri con i ragazzi, perché?
Mi scontro sempre per lo stesso motivo. Le cose bisogna guadagnarsele e bisogna impegnarsi. Io arrivo dall'accademia di danza, la mia famiglia mi ha strutturata. Non apprezzo chi ha una grande possibilità di crescere e invece pensa solo alla visibilità. E' una scuola e devi studiare, continuamente. Ecco quando si presentano dei ragazzi che pensano di essere arrivati solo perché sono in un talent mi arrabbio. Non sopporto la superficialità e la strategia mediatica.

Uno dei ragazzi della scuola che ti è rimasto nel cuore?
Pierdavide Carone, splendido. Pieno di curiosità, di voglia di fare e di capire di tutto.