FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Pasotti ne "Il metodo" di Jordi Galceran: "Sono cattivo, ma...

Lʼattore torna a teatro con un personaggio privo di scrupoli ma a Tgcom24 rivela: "In realtà a casa sono un bradipo..."

Come ottenere un posto da manager in una multinazionale sbaragliando i concorrenti? A quali prove umilianti sono disposti a sottoporsi i candidati pur di conquistare una posizione socialmente rispettata? A queste domande risponde "Il Metodo" dell'autore catalano Jordi Galceran, che sbarca al Teatro Manzoni di Milano con la regia di Lorenzo Lavia e un team di attori di prestigio dal 5 al 22 maggio.

Thriller psicologico, metafora sociale, ma anche commedia divertente ed arguta: "Da un lato c'è una cattiveria e una ferocia che corre per tutto lo spettacolo", spiega a Tgcom24 Giorgio Pasotti, uno degli interpreti, "dall'altro però si ride tantissimo perché le situazioni sono talmente ciniche che non puoi non ridere..."

Il metodo cui allude il titolo è quello teorizzato dallo psicologo svedese Grönholm, una approccio realmente utilizzato in molti colloqui di selezione del personale e basato su prove improbabili, ciniche e impietose, volte a tirare fuori gli scheletri dagli armadi, per insinuarsi nella vita privata di ognuno e metterla al bando. Un tema sempre attuale, specchio di un mondo del lavoro crudele, spesso sessista e razzista, ma anche di una società basata su un metodo che cerca di scavare nella nostra vita provata per sapere chi siamo e poterci meglio controllare, una società pronta ad elevarci per poi rigettarci verso il fondo. Tgcom24 ha intervistato Giorgio Pasotti, che con Fiorella Rubino, Gigio Alberti e Antonello Fassari è uno dei quattro candidati al posto di manager nella multinazionale svedese, che Galceran ha scelto di chiamare Dekia, giocando sulla parola e alludendo in maniera non casuale ad un modello di multinazionale realmente esistente, ma che diventa simbolo di tutte le multinazionali del mondo.

Che cosa pensi della crudeltà e del cinismo del "Metodo", trovi che sia applicabile a tutto il mondo del lavoro compreso il tuo?
Io sono stato molto fortunato e non ho mai vissuto nessuna di quelle dinamiche di arrivismo e crudele concorrenzialità che regolano le relazioni tra i quattro candidati nello spettacolo di Garcelan. Nel mio ambiente ho tantissimi colleghi, da Santamaria a Scamarcio con cui sono molto amico, con cui condivido molte cose e tra noi c'è un sano rapporto di collaborazione e solidarietà artistica.

Quali sono le caratteristiche del tuo personaggio?
Io sono il più cattivo, cinico e crudele... un vero str....o! Il mio personaggio è spietato e privo di sentimenti... mi sono divertito molto ad interpretarlo, perché è un personaggio che sembrerebbe molto negativo e come si sa i personaggi negativi sono quelli che piacciono di più..

E tu come sei in realtà?
L'esatto contrario. Sono una specie di bradipo, che vaga per la casa con una velocità innaturale. Sono un tipo molto riflessivo. E anche per questo sono stato molto contento di interpretare questo ruolo, è stata una sfida e nel mio lavoro le sfide sono importantissime.

A cosa hai attinto per entrare nella parte e diventare cattivo?
Ad una sorta di cinismo, che riscontro nel mondo del lavoro qui al Nord, la praticità del nordico, quel pragmatismo e quella velocità di battuta tipica della gente del Nord.

Sei tornato a teatro dopo un bel po' di tempo in cui hai fatto prevalentemente cinema e televisione...
Sì è vero. La verità è che non avevo mai ricevuto una proposta che mi piacesse o che mi corrispondesse. Quando Lavia mi ha fatto leggere il copione ho capito che questo era lo spettacolo che aspettavo. Mi è subito piaciuto perché è lo spettacolo che andrei a vedere se fossi uno spettatore, è moderno e attualissimo è ha due peculiarità: è un thriller che ti tiene attaccato alla poltrona dall'inizio alla fine, perché propone una sorpresa dopo l'altra e stupisce ogni quarto d'ora con cambi repentini di visuale. Sul palco la tensione vive sino alla fine, quando si scopre che tre dei quattro aspiranti alla posizione lavorativa ad esempio sono in realtà degli infiltrati, ovvero degli psicologi del lavoro mandati dall'azienda per meglio osservare da vicino il candidato. Ma dall'altro fa ridere e diverte moltissimo con situazioni talmente surreali ed esilaranti...

In tournée da quasi un anno, cosa ti ha dato finora quest'esperienza teatrale?
Una grandissima maturità artistica, il teatro è fondamentale per chi fa il nostro mestiere, andrebbe fatto a scadenze regolari, perché è uno di quei momenti in cui puoi rimetterti a studiare, come andare all'università di nuovo. Riprendi il tuo lavoro tra le mani, lo rielabori, impari cose nuove e ne esci arricchito.

Hai un metodo per filtrare la realtà e per combinare vita famiglia e lavoro?
No, purtroppo non ho un metodo e... se l'avessi avrei davvero un segreto da vendere per diventare molto ricco. Cammino suil filo cercando di riempire tutti gli spazi, cercando di arrivare ovunque tra figlia, lavoro e vita privata. Sono in un perenne equilibrio precario, come tutti i padri separati.

 Com'è essere padre single?
Bellissimo, mia figlia è tutta per me

Cinema, tv e teatro... tu dove ti senti più a tuo agio?
Sono e spero di essere solo e soprattutto un attore

L'amore ha un metodo?
Questo dimmelo tu, io non lo so in questo momento

Il Metodo
Teatro Manzoni 
dal 5 al 22 maggio
feriali 20.45 - festivi 15.30
Biglietti da 15 a 35 euro