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Elena DʼAmario: "Grazie a Maria De Filippi ballo con David Parsons"

La ballerina pescarese, ex stella di Amici edizione 2011, arriva a Milano con la Parsons Dance: "Da Maria ho imparato ad essere una professionista" racconta a Tgcom24

elena d'amario
agenzia

Da "Amici" all'America e al successo, con l'Italia nel cuore. Elena D'Amerio, pescarese, classe 1990, ne ha fatta di strada e dagli studi Mediaset è "volata" sui palcoscenici di tutto il mondo, unica europea a far parte della David Parsons Dance Company. "Maria De Filippi è la prima persona dalla quale ho imparato ad essere una professionista", racconta la ballerina a Tgcom24.

Elena DʼAmario: "Grazie a Maria De Filippi ballo con David Parsons"

La compagnia del grande coreografo e ballerino David Parsons torna in Italia per una nuova e spettacolare tournée, che approda al Teatro Arcimboldi di Milano dal 26 al 29 marzo. Tre balletti inediti, alcuni classici e la leggendaria e richiestissima "Caught", incredibile assolo creato da Parsons nel 1982, un balletto in cui il danzatore sembra sospeso in aria. E a ballarlo sarà lei, l'ex concorrente di "Amici" Elena D'Amario. "Gambe forti, che la fanno saltare più in alto delle altre, addominali perfetti, capelli lunghissimi e selvaggi e il sorriso che non si spegne mai durante lo show".

"Un grande onore per me, l'ho ballato per la prima volta al Joyce Theater di New York, solo altre due donne in trent'anni sono state scelte per questo assolo "maschile", che David aveva creato per se stesso. Un grande traguardo e sono molto felice di poterlo ballare anche a Milano, perché è un pezzo molto impegnativo sia a livello fisico sia livello espressivo. Penso che mi abbia selezionato perché salto in alto quanto un uomo".

La tua avventura in America è cominciata nel talent di Maria De Filippi, nel 2011 e adesso sei una ballerina affermata e stimata in tutto il mondo. Un bel salto, chi devi ringraziare?
David mi ha "notato" durante "Amici" e mi ha offerto una borsa di studio per andare a New York. Pensavo fosse solo per due mesi e invece dopo una settimana mi aveva già inserito nello spettacolo e dopo due mi ha fatto firmare il contratto. Ma è Maria De Filippi a cui devo davvero tanto. Lei è la prima persona dalla quale ho imparato ad essere una professionista, lei è questo per me, al di là della stima e del rispetto che ho per lei, Maria è soprattutto una grande professionista e vederla al lavoro mi ha ispirata moltissimo.

Oltre ai cervelli in fuga quindi anche i corpi in fuga... Ma dall'Italia bisogna scappare per fare qualcosa nel mondo dello spettacolo? Il livello professionale che c'è in America è altissimo, la concezione del lavoro del danzatore è diversa che in Italia, ballare lì è un lavoro, David ce lo ripete sempre: "This is a job, a really job". L'America mi ha salvato. Dopo Amici se non fossi andata a New York sarei rimasta qui e magari avrei anche fatto delle cose, avrei probabilmente lavorato in televisione, in corpi di ballo... ma il vero mondo della danza, della dance community mondiale l'ho trovato lì. Qui non non sarebbe stato possibile.

E perché?
Vedi quando ballavo ad Amici avevo 18 anni, non mi rendevo conto di tante cose... ma una cosa che mi rendeva molto insoddisfatta era che il mio desiderio di esprimermi con la danza in modo diverso, non veniva recepito in televisione e io mi sentivo limitata. L'America mi ha dato la possibilità di esprimermi.

Il New York Times ha definito la tua performance come la più passionale tra quelle della compagnia di danza moderna Parsons Dance. Ti ritrovi in questa definizione?
Il lavoro con David nell'arco di questi 5 anni è stato molto produttivo e mi ha fatto cambiare come ballerina. E' una soddisfazione enorme ricevere questa recensione da parte del NYT. Mi sento passionale ma soprattutto generosa sul palco e la generosità e la capacità comunicativa sono il valore aggiunto del lavoro di David. Io mi ritrovo moltissimo in tutto questo.

Torni spesso in Italia?
Non più di due volte all'anno, ma sono sempre molto contenta.

Cosa ti manca del tuo Paese?
Direi tutto, affetti, cibo, l'aria, il mare,le persone. Ora sono qui da sei settimane e sono rinata. E in teatro c'è sempre un calore pazzesco che proviene dal pubblico.

Cosa esporteresti in Italia dall'America?
Un'apertura maggiore, una professionalità un po' più profonda, un senso di supporto tra gli artisti stessi...

Dei tuoi ex colleghi di "Amici" ha rivisto qualcuno? Chi ce l'ha fatta come te?
Certo ho rivisto molti di loro, con i quali sono rimasta in costante contatto e che rivedo ogni volta che torno in Italia. Emma ce l'ha fatta, ma con la musica è un po' diverso. Nella danza invece è più difficile. Stefano De Martino è andato avanti ma... non proprio ballando. Nella danza mi sa che sono l'unica che ce l'ha davvero fatta.

Cosa pensi dei talent show italiani?
Penso che siano un'occasione per chi poi la sa sfruttare. Amici ha dato la stessa opportunità che ho avuto io anche ad altri. I talent sono un'opportunità d'oro che noi dobbiamo sapere sfruttare e rendere reale e duratura. I talent sono un trampolino di lancio, un passaggio per poi poter lavorare nel mondo dello spettacolo... Ma la condizione è che ci sia la materia prima ovvero il talento e la passione.


Milano - Teatro degli Arcimboldi Viale dell'Innovazione 20 -
da giovedì 26 a domenica 29 marzo 2015
da giovedì a sabato ore 21.00 domenica ore 16.00