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Cristina Bugatty: "Con il mio disco invito tutti ad essere se stessi"

Lʼattrice presenta il nuovo singolo "You Be" e anticipa a Tgcom24 i nuovi progetti con Paola Barale

Cristina Bugatty:
ufficio-stampa

I capelli biondi, i lustrini e le paillettes, la contraddistinguono.

Eppure, al di là della parte ludica - che non rinnega - Cristina Bugatty è una artista a 360 gradi. Attrice più che soubrette, ma anche cantante e icona tv. Nulla è improvvisato. Ha studiato alla scuola di teatro Paolo Grassi, oggi è anche regista e a Tgcom24, che la incontra per la presentazione del singolo "You Be" in collaborazione con il Plastic, si confessa tra nuovi progetti e un'amicizia molto particolare, quella con Paola Barale...

Cristina, come nasce questo progetto?
Anche se apparentemente parla di opulenza e lusso, è in realtà un riappropriarsi della materia, ma soprattutto dei proprio diritti, del proprio sentire, per cui essere se stessi e non aver paura di esprimersi nonostante le convenzioni sociali. Nel rispetto degli altri.

 

Con Sergio Tavelli, storico dj del Plastic, come è nata la collaborazione?
Ci consociamo da tanti anni, mi ha detto che avevo la voce giusta per questo brano, e abbiamo cominciato a lavorare. Il risultato è un bellissimo progetto, video compreso.

 

La cornice è quella del Plastic...
Rappresenta l'evoluzione, il Plastic pur essendo rimasto fedele a se stesso con le scelte musicali e pubblico, contemporaneamente si è rinnovato. Anni fa se non ti vestivi in un certo modo, non entravi. Oggi entri perché nonostante sia un luogo attento alla moda, è attento anche alle esigenze interiori.

 

Oggi la Bugatti chi è?
E' una persona che vuole esprimere se stessa, che tenta di raccontare delle cose che spesso non vengono raccontate. Parlo di me e quindi di tante sfaccettature. A partire dal mondo transgender, seno o non seno, intervento o non intervento... al di là delle pagliacciate c'è la volontà di portare alla ribalta certi argomenti e denunce, cercando di migliorare la situazione.

 

Pechino Express, dove hai partecipato con Diego Passoni, cosa ti ha lasciato?
Mi ha confermato che noi tutti siamo identici, non siamo solo diversi per l'educazione che riceviamo ma anche in base al luogo in cui siamo nati. Le persone hanno tutte le stesse esigenze, ma che in base al Paese in cui sono nate, riflettono o meno questi bisogni.

 

Ho visto che stai collaborando con Paola Barale, con pillole-video sui social, cosa puoi anticiparci?
C'è un feeling senza neanche volerlo, c'è una conoscenza in atto, così è nata l'idea di uno spettacolo teatrale, e creare una web fiction, con linguaggi nuovi, in cui parliamo di tutto. Siamo due figure che rivestono un ruolo di evasione e in ogni puntata cerchiamo di far ridere ma allo stesso tempo cerchiamo di denunciare, ad esempio quello della violenza contro le donne. E quindi il rapporto con gli uomini e le altre donne.