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Checco Zalone, un weekend da record: "Quo vado?" incassa 22 milioni in tre giorni

Il film del comico pugliese sta battendo i clamorosi risultati segnati al box office dalle sue pellicole precedenti. E lui ringrazia "gli indignati"Celentano: "Zalone è un toccasana anti-stress"

Checco Zalone, un weekend da record:
agenzia

Quello di Checco Zalone e il suo nuovo film "Quo vado?" è stato un weekend da fuochi artificiali e senza precedenti.

In soli tre giorni la pellicola ha incassato 22.2 milioni di euro al botteghino (1.200 sale) schizzando così in testa alla classifica dei film più visti. Ben tre milioni di spettatori hanno affollato i cinema con l'impressionante media di 18mila euro per sala.

Checco Zalone, un weekend da record: "Quo vado?" incassa 22 milioni in tre giorni

Con questi risultati Checco Zalone vince la sfida più difficile: quella contro se stesso. "Sole a catinelle", nel 2013, nei primi 4 giorni di programmazione aveva incassato 19.179.296 euro con 2.771.755 presenze, mentre "Che Bella Giornata" nel 2011 nei primi 5 giorni di programmazione 19.008.179 euro con 2.833.725 spettatori.

Zalone: "Niente sociologia, voglio far ridere" - "Voglio ringraziare quelli che mi dicono 'grazie' ma anche gli indignati, perché siamo un popolo di indignati, anzi, soprattutto loro, perché fanno scaturire curiosità e quindi la gente va al cinema. Grazie indignati. Non puoi essere simpatico a tutti, anzi quando c'è questo consenso quasi plebiscitario, paradossalmente, senti l'esigenza di ritornare a terra e di trovare qualcuno a cui stai sulle balle, altrimenti potrei avere manie di onnipotenza. Continuate a indignarvi che io sono contento". Così Checco Zalone, intervenuto ai microfoni di Rtl 102.5, ha commentato il successo stellare di "Quo vado?".

E nell'occasione ha sottolineato che nel film non c'è nessun intento sociologico. "In realtà - spiega - chi fa questo mestiere non pensa ai beni o ai mali di questo Paese, ma solo a far ridere. Il comico per una battuta si venderebbe l'anima. Poi se la battuta è azzeccata, nel senso che muove da una realtà tangibile e familiare a tutti, è più efficace. Io però non voglio fare analisi sociologiche sul nostro Paese, sul posto fisso, sul degrado, sul berlusconismo, su tutto quello che hanno scritto in questi giorni. Io e Gennaro Nunziante (il regista e coautore di Quo vado) vogliamo solo far passare un'ora e mezza a ridere".