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Cannes, tre italiani in gara: Matteo Garrone, Paolo Sorrentino e Nanni Moretti

In concorso anche il cineasta italo-americano Roberto Minervini, con il film Other Side, che è stato selezionato nella sezione "Un certain regard"

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tgcom24

"Mia madre" di Nanni Moretti, "Youth - La giovinezza" di Paolo Sorrentino e "Il racconto dei racconti" di Matteo Garrone: sono questi i tre film italiani in concorso al Festival di Cannes che si terrà dal 13 al 24 maggio.

Le pellicole in gara sono state annunciate a Parigi dal delegato generale Thierry Fremaux.

Cannes, tre italiani in gara: Matteo Garrone, Paolo Sorrentino e Nanni Moretti

"Siamo felici e orgogliosi di rappresentare l'Italia in concorso al prossimo Festival di Cannes. Siamo consapevoli che è una grande occasione per noi e per tutto il cinema italiano''. Questa le prime righe della originale dichiarazione congiunta fatta da

Matteo Garrone, Nanni Moretti, Paolo Sorrentino,

che hanno poi aggiunto: "I nostri film, ognuno a suo modo, cercano di avere uno sguardo personale sulla realtà e sul cinema; ci auguriamo che la nostra presenza a Cannes possa essere uno stimolo per tanti altri registi italiani che cercano strade meno ovvie e convenzionali".

Tra gli italiani che parteciperanno al concorso anche il cineasta italo-americano

Roberto Minervini

, con il film "Other Side", che è stato selezionato nella sezione "Un certain regard".

Rispondendo ad una domanda sull'argomento

Thierry Fremaux

è poi intervenuto in conferenza stampa spiegando perché Sorrentino e Garrone hanno girato i loro film in inglese: "No, Paolo Sorrentino e Matteo Garrone non lo hanno fatto per piacere al mercato anglosassone" e ha continuato: "L'inglese è l'esperanto, ormai è un linguaggio mondiale, non è legato per forza a un solo Paese. E poi sono film in inglese con attori inglesi e logica drammatica legata a personaggi internazionali come nel film di Paolo Sorrentino". "Sorrentino e Garrone non fanno questo per piacere al mercato anglosassone", ha insistito ricordando opere come "Gomorra" e "La Grande Bellezza".
"La coerenza è nel progetto artistico", gli ha fatto eco il presidente del Festival,

Pierre Lescure.


E dopo gli annunci ufficiali Fremaux ha lanciato un appello: basta selfie sul tappeto rosso. "Non vogliamo vietarli perchè non siamo la polizia, ma ci permettiamo di lanciare una piccola campagna per diminuirli", ha detto il delegato generale definendo la pratica dei selfie "ridicola e grottesca".