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Saint Motel, musica e visioni dalla terra dell'oro

Eʼ uscito "Saintmotelevision", nuovo album del gruppo losangelino. Tgcom24 ha parlato con il cantante A/J Jackson

A due anni dal fortunato Ep "My Type" tornano i Saint Motel con l'album "Saintmotelevision", uscito il 21 ottobre.

La band è al momento in tour negli Stati Uniti e il 29 ottobre parteciperà al "Voodoo Music + Arts Experience" di New Orleans. "Canzoni e immagini, tutto è spettacolo - spiega il cantante A/J Jackson a Tgcom24 -. Il successo dell'album precedente non ha cambiato nulla, vogliamo solo fare la migliore musica possibile".

La ricetta della band è sempre la stessa: riff e motivi dal potenziale melodico devastante. Tanto che il primo singolo "Move", un inno da dancefloor venato di rock psichedelico, ha portato il pubblico dei recenti festival a cui hanno partecipato, Loolapalooza e Bannaroo, a cantare il ritornello in coro, anche senza aver mai sentito il pezzo prima. "Move" è stato accompagnato da un video interattivo a 360 gradi che ha confermato il senso spiccato e la grande attenzione della band per le arti visuali.

Il titolo dell'album mette insieme in maniera simbolica voi come band e la parte visuale che vi ha sempre caratterizzato. Era la vostra intenzione?
Si, in un certo senso anche se il titolo prende il nome da un progetto che avevamo messo in cantiere per Los Angeles tempo fa e non è mai stato realizzato. Mischiava musica, danza e arte. Il problema è che doveva tenersi in un magazzino che non aveva l'agibilità e quindi la polizia lo chiuse prima ancora di iniziare. Ma ci credevamo e ci è sembrato giusto riprendere almeno quel titolo.

Come è stato tornare a fare nuova musica dopo il grandissimo successo del precedente Ep?
In realtà "Saintmotelevision" copre un lungo periodo di tempo e alcune canzoni sono state scritte insieme a quelle di "My Type". Non saprei dirti se il nostro atteggiamento nei confronti della musica sia cambiato o meno. Facciamo quello che ci diverte. La cosa che è sicuramente cambiata è che ora sono coinvolti una major e grandi produttori (Lars Stalford e Tim Pagnotta - ndr) che hanno dato il loro contributo al nostro sound, spero in modo positivo. L'unico nostro obiettivo è fare la migliore musica possibile.

Quando nascono le vostre canzoni? In studio o in tour nelle pause tra una data e l'altra?
Io preferisco scrivere nel mio studio, a Downtown, Los Angeles, ma mi capita di farlo quando siamo in giro, con il mio computer. Allora anche il retro del tourbus o l'aereo possono essere luoghi buoni per buttare giù qualche idea. Per esempio "Local Long Distance Relationship", dell'ultimo album, è nata proprio durante un volo tra Los Angeles e New York. "Getaway" invece l'ho scritta su una spiaggia.

Sin dall'inizio, tanto con i video che gli show dal vivo, avete dato grande importanza alla parte visuale. E' un complemento della vostra musica?
Fa tutto parte dello spettacolo, contribuisce a rendere l'esperienza più completa. Ci piace occuparci di tutto, dal disco, allo show fino al sito web. 

Vi siete conosciuti in una scuola di musica: l'amore per il cinema è arrivato prima di quello per il rock?
Non proprio. Per noi la musica è sempre stata al primo posto. Io personalmente ho studio cinema perché amo i film, volevo imparare come realizzarli. Invece non ho studiato musica perché non volevo rovinare la magia, analizzando da dove e perché arriva l'ispirazione.