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Little Tony, 70 anni a tutto rock

Compleanno tra figlia, amici e Ferrari

Grande festa a Roma per i 70 anni di uno dei cantanti più popolari della musica italiana: Little Tony.

L'artista - che nella sua carriera ha avuto come modello Elvis Presley - ha chiamato a raccolta gli amicì: i Cugini di Campagna, Sandra Milo, Pupo, Mara Venier col marito Nicola Carraro. C'era anche l'amata figlia Cristiana, fasciata da un abito con corpetto di pizzo blu. Per Little Tony una Ferrari con targa personalizzata in suo onore.

Ma non è tutto perché il cantante si è regalato un nuovo disco dove interpreta "E' impossibile", cover italiana di un classico di Perry Como, due pezzi di Elvis, un brano di Bob Dylan e due pezzi country. "Il disco me lo sono autoprodotto. Nessuno aveva inciso 'It's Impossible' in italiano: Mina l'aveva registrata in inglese e Andrea Bocelli e Cristina Aguilera in spagnolo, ma in questo disco c'è la mia musica", raccontain una intervista all'agenzia Ansa.

Ed è anche l'occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa: "La critica mi ha sempre maltrattato perché non ha mai capito che io con la musica melodica non c'entro nulla. Ho avuto successo con dei brani straordinari come 'Cuore matto', 'Riderà', 'Una spada nel cuore' ma il merito è più dei pezzi che mio. Chiunque con pezzi così avrebbe avuto successo. Non ho mai nemmeno pensato di essere bravo come Gianni Morandi, Albano o Massimo Ranieri a cantare questa roba. Ma se c'è da cantare rock'n'roll o country in inglese in Italia con me non ce n'è per nessuno. Con la melodia io non c'entro nulla. Loro hanno le note tenute, io ho lo swing".

"Nessuno si prende la briga di ricordare la mia storia e pensare alle difficoltà che ho superato. - ricorda - A 16 anni sono andato a Londra senza una lira e senza sapere una parola di inglese a misurarmi con gente come Cliff Richard. Prendevo il treno a carbone e andavo a Manchester da dove andava in onda il programma 'Boys Meet Girls' che ha fatto la storia del rock in tv. L'anno dopo il programma si intitolava 'Wham!', è da qui che George Michael ha preso il nome della sua prima band, e io ero ospite fisso. Uno degli autori di Elvis scrisse per me 'Too Good', che arrivò nella top 20 inglese nel 1959. Tornai in Italia senza una lira, con i jeans, il giubbotto di pelle da Teddy Boys alla Marlon Brando, gli occhiali da sole e volevo solo cantare in inglese. A Milano avevamo firmato un contratto con la Durium: avevamo fame, dormivamo in una pensione da 300 lire a notte e mangiavamo in un'osteria a 150 lire. Mi dissero che se volevo cantare in inglese avrebbero stracciato il contratto. Quelli della band (tra cui il fratello Enrico, chitarrista storico, tra l'altro delle colonne sonore di Ennio Morricone) mi convinsero ad accettare di cantare in italiano".

Infine: "Se non ci fossero stati due carbonari, uno al Nord di origine pugliese che si chiama Adriano Celentano, e uno al centro Sud nato a Tivoli, che si chiama Little Tony, oggi non ci sarebbero Vasco Rossi e compagni".