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L'anima soul di Andrea Devis

A Space Scout il giovane cantautore

24 anni e tanta voglia di crescere e migliorare nel nome del soul.

Sul MySpace di Andrea Devis brani scritti di suo pugno tra il 2004 a e il 2009 presentano un mondo musicale da esplorare. Proprio come sta facendo il cantautore che si appresta a volare negli Stati Uniti: "Vorrei crescere artisticamente proprio laddove la musica che amo è nata, investendo con concretezza sulle mie attitudini".

Sul tuo Myspace ti presenti come l'Artista Razionale. Come mai?
L’arte cosiddetta “razionale” è il tema predominante che alimenta costantemente il mio lavoro; essa infatti rappresenta un insieme complesso di studio, scienza, creatività e ricerca, il tutto unito da una buona dose di concentrazione.

I brani che sono caricati sul tuo sito sono tutti tuoi? Quando li hai scritti?
Su Myspace ho caricato diversi brani: qualche cover ma soprattutto pezzi miei, composti tra il 2004 e il 2009. Ho scritto e registrato molto in questi anni...

Hai pronto un demo?
Sì ma sono alla costante ricerca di sonorità ed arrangiamenti che possano valorizzare al meglio le singole caratteristiche di ogni brano.

Cosa ti hanno insegnato l'Accademia delle Belle Arti e in particolare le Arti Visive?
L’Accademia mi ha aiutato a comprendere il significato della parola “Arte” e a capire che cosa per me esattamente rappresentasse. l’Arte, rispetto al mio lavoro, non è solo tecnica o un insieme di immagini, o meglio, è anche quello, ma sempre e comunque sorretto dall’esemplare interazione tra intuizione, pensiero, ricerca, e tecnica esatta. Proprio attraverso questi studi, ho affinato la capacità di vedere le cose con diverse “prospettive” ed è infatti questo che per me rappresenta il talento. Mi piace pensare che il talento sia molto più che un’attitudine alla musica o alla pittura; un esempio? grandi nomi dell’arte astratta erano ottimi disegnatori e padroneggiavano benissimo i pennelli anche di fronte a rappresentazioni meramente figurative, ma chi sarebbero diventati se a sostegno della tecnica non ci fosse stata l’idea? Per questo trovo corretto definire la loro “capacità di visione”, talento.

Quando hai iniziato a studiare Canto Moderno?
Ormai porto avanti lo studio del canto da più di otto anni, ma per quanto la mia mente possa essere per l’appunto “razionale”, non c’è mai stato un momento nel quale ho “deciso di intraprendere la strada di cantante”, è avvenuto tutto naturalmente, in modo spontaneo.

Raccontaci di quando hai partecipato al Festival di Castrocaro Terme...
Ricordo con piacere quell’esperienza, avevo diciotto anni e mi classificai secondo. Presentai due brani che all’epoca cantavo, la difficilissima “Emotions” di Mariah Carey e la strappalacrime “Unchained Melody”, colonna sonora del film Ghost. Fu molto bello sentire il calore della gente che apprezzava e capiva il mio modo di cantare, già allora piuttosto particolare seppur non ancora totalmente maturo. Fu una sorta di incoraggiamento, un assaggio velocissimo di quello che può essere il successo, frutto di impegno e determinazione.

Come hai vinto la tua timidezza?
Purtroppo non ho mai vinto la mia timidezza! Ho imparato solo a raggirarla per bene.

Scrivi sul tuo MySpace "i virtuosismi e gli effetti a sorpresa che ho inseguito per tanto tempo servono solo in parte.", cos'è per te importante nell'esecuzione di un brano?
Il binario della Musica viaggia parallelo a quello delle Arti Visive, diverse espressioni di un’unica, comune matrice. Il compito dell’artista è quello di riordinare l’intuizione fino a trasformarla in idea, la quale necessiterà poi di essere resa “materiale” dalla tecnica, il che la renderà capibile all'ascoltatore, ma innanzitutto all’artista stesso. La tecnica è sempre al servizio dell’idea, mai viceversa. Un ottimo pensiero formalmente espresso con i mezzi sbagliati, non diventerà mai linguaggio, resterà un “oggetto materiale” non artisticamente concluso. L’insieme delle giuste soluzioni di realizzazione ed esecuzione che rendono una canzone un’opera artistica, risulta dal dosaggio dei mezzi tra pensiero e tecnica, fino ad un equilibrio ideale tra contenuto e forma.

Perché per te è importante Minnie Riperton?
Ho scoperto Minnie Riperton, diversi anni fa. In Italia non è così famosa, nonostante sia stata per anni una delle pupille di Mister Stevie Wonder, ma è una delle voci più sorprendenti che abbia mai ascoltato. Lei mescolava elementi tipici del canto lirico ad altri derivanti dalla cultura afro americana; rappresenta per me la fusione tra diverse culture e diversi stili, con l’equilibrio perfetto al quale aspiro. Inoltre è stata in grado di crearsi, con lo studio e la ricerca, un linguaggio cucito su misura, in grado di renderla sempre unica e riconoscibile.

Quali sono i tuoi prossimi impegni?
Il progetto più grande, che finalmente si sta profilando all’orizzonte, è un periodo di studio negli Stati Uniti. Vorrei crescere artisticamente proprio laddove la musica che amo è nata, investendo con concretezza sulle mie attitudini!

Andrea Conti