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La fenice di Mirò prende il volo

La cantante presenta lʼalbum a Tgcom

Sesto album per Andrea Mirò che, dopo la collaborazione con il marito Enrico Ruggeri per la colonna sonora del film "Volata finale", riprende il proprio cammino solista.

"La fenice" si fa notare anche per l'immagine di copertina, in cui Andrea compare nuda. "Volevo qualcosa che rappresentasse l'essenzialità del disco - dice a Tgcom - e poi mi viene più facile mettermi a nudo così che non nei testi delle canzoni".

"La fenice" rappresenta per la cantautrice un punto importante nella carriera. Una donna sola al capolinea di un amore, i piccoli dolori quotidiani, la vita di una badante lontana dal proprio paese, l'uso delle armi spropositato delle armi negli Stati Uniti come risposta alle proprie paure, la trasformazione del corpo attraverso la chirurgia estetica: nell'album si alternano storie private a grandi temi di attualità, in una serie di canzoni di impatto immediato caratterizzate da arrangiamenti semplici che vanno a cercare e mettere in risalto il cuore delle composizioni. 

Nel presentare questo album hai parlato di uno stato di grazia. In che senso?
Generalmente nel comporre una canzone si parte dal testo o dalla musica andando poi a completare ciò che manca. In questo caso ci sono stati parecchi episodi in cui le canzoni sono nate insieme, musica e testo. In questo modo il pezzo nasce già con una tematica e quando le parole sono così legate con la musica si sente.

In effetti molti pezzi dell'album suonano freschi e spontanei...
Quando non c'è troppo lavoro dietro per cercare qualcosa da dire lo si avverte subito. Ci sono alcune canzoni, come "I figli degli altri", "Prima che sia domani" o "L'avversario" che sono venute fuori di getto.

Non a caso "L'avversario" è uno dei brani che più colpisce al primo ascolto.
E pensare che non è un pezzo semplice. Io non sono una che scrive canzoni particolarmente commerciali quindi il fatto che arrivino velocemente a chi ascolta è doppiamente importante.

Quanto hai impiegato per realizzare l'album?
La genesi del disco è stata piuttosto naturale e la fase di scrittura si è risolta tutta tra l'estate e settembre e ottobre scorsi. Decisamente più lungo invece è stato il lavoro sulla ricerca dei suoni.

(nella pagina seguente Andrea parla di come è nata l'immagine di copertina)

E dire che non sembra un lavoro molto elaborato dal punto di vista sonoro...
Proprio quella è stata la difficoltà. Anche le canzoni che sembrano più semplici a livello di arrangiamento sono figlio di un lavoro certosino di asciugatura. Volevamo essere il più essenziali possibili e sono molto fiera del risultato. Non mi interessa cercare la cosa strana a tutti i costi. Io non scrivo la melodia cantabile tipicamente italiana, sono un pochino più complessa nelle armonie e quindi mi serviva un vestito pulito.

Mi sembra che un ottimo esempio sia la cover di "The Riddle" di Nik Kershaw, che tu hai stravolto sul piano dell'arrangiamento. Come mai hai scelto quel brano?
Mi piaceva da sempre nonostante il testo piuttosto incomprensibile. Ma melodicamente la trova splendida come moltissime cose degli anni 80 che spesso vengono bistrattati. In realtà ci sarebbe molto di quel periodo da salvare. Dai Duran Duran a Joe Jackson, fino a David Bowie, si possono trovare canzoni che ripulite da alcuni eccessi elettronici dell'epoca nascondono melodie meravigliose.

Parlando di testi, molti brani dell'album sono incentrati su temi forti e di attualità. Si può dire che questo è un disco da buona osservatrice del mondo? 
E' un po' la linea che ho sin dall'inizio del mio lavoro da cantautrice, ho sempre cercato di dire delle cose. Ci può essere la tematica più leggera e quella più impegnata. Parlare di ciò che ci circonda credo sia un po' esigenza di tutti. Poi ognuno ne parla a modo suo. Chi in modo più personale e chi in modo più cinico. Credo di essere della seconda categoria. Anche perché quando metto a nudo qualcosa di me cerco sempre di essere un po' calibrata perché mi fa un po' effetto. Alcune volte ma non riesco a scrivere un disco tutto. Già è abbastanza mettersi a nudo scrivendo canzoni in generale, perché comunque si evince quello che pensi, poi parlare di se stessi, almeno per me, non è una cosa facile.

In compenso ti sei messa a nudo in copertina...
Quello invece mi torna più facile. In realtà non era quella la scelta di partenza. Avevamo un'idea, io e il fotografo, che voleva tirar fuori l'essenzialità di me, che sono così, senza orpelli. Lo sono nella vita, nel mio modo di essere, nel mio fare musica. E poi è uscita questa foto, che volevamo così ma per l'interno del libretto ma poi era troppo bella, troppo forte. E' uno scatto venuto con quell'equilibrio di parti e forme che è magico e appena l'abbiamo vista ci siamo guardati e abbiamo detto: "Questa è la copertina". Gerini (il fotografo - ndr) mi ha detto che anche volendo non potrebbe ripeterla perché ha una naturalità speciale.

L'ultimo anno è stato molto intenso, visto che hai anche composto una colonna sonora insieme a Enrico. Come è stata quest'avventura?
Intanto nuovissima per entrambi! Eravamo assolutamente liberi da qualsiasi vincolo di scrittura. Generalmente il regista dà dei punti di riferimento musicali. Noi invece potevamo fare quello che volevamo. Da una parte è bellissimo, dall'altra ti fa tremare le vene dei polsi perché pensi "e adesso?". Ma credo che il risultato sia stato ottimo.

Quindi un'esperienza da ripetere?
Vorrei averne uno al giorno da fare. Un po' si lega molto bene con il mio background classico. E' molto strano: devi commentare frame che a volte sono di venti, trenta secondi, e quindi in un certo modo sei molto stretto; ma d'altra parte non sei obbligato a scrivere la canzone con determinati canoni. In realtà sei libero di volare. E poi mi piace molto perché da sempre sono una innamorata del cinema.

Massimo Longoni