FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Tangeri, il re del porno amatoriale

"Comʼè triste la fine dellʼhard"

Prosegue il viaggio di Tgcom all'interno del mondo del porno italiano.

Questa volta tocca a uno dei pionieri, il regista Marzio Tangeri, diventato celebre negli anni 90 per avere "inventato" la collana delle "casalinghe debuttanti". Tangeri, dopo trent'anni nel porno è però disilluso: "Sono in un periodo di grandi ripensamenti - dice a Tgcom -. L'hard ha perso l'anima e spesso scade nel patologico. E' una fine molto triste".

Se c'è qualcuno che può permettersi di tracciare bilanci su questo mondo è proprio lui. "Ormai sono un papà - ammette ironico -. Da quando se ne è andato il mio collega e amico Joe D'Amato sono il più anziano, anche in termini di anni di servizio. Ho iniziato con il Super8 nel 1977, sono più di trent'anni". Trent'anni nel corso dei quali Tangeri ha scoperto e lanciato moltissime stelle del settore (l'ultima in ordine di tempo Michelle Ferrari) e ha inventato un genere vero e proprio, quello dell'hard amatoriale, girato con la signora della porta accanto che decide di osare coperta solo da una mascherina sul viso. Il suo lavoro è sempre stato fatto con passione, la stessa che l'ha spinto a entrare in questo mondo.

"Io facevo tutt'altro - racconta -. Per l'esattezza ero un perito per tribunale. Però sono sempre stato curioso, fin da bambino. Come tutti sanno non c'è niente di meglio di un'educazione cattolico-repressiva per creare un erotomane... Così a Firenze negli anni 70 mi sono imbattuto nei primi filmini in Super8, che erano venduti dalle stesse persone che vendevano le sigarette di contrabbando. Una volta scoperto che arrivavano dalla Germania ho preso il treno e sono andato a fare "spese". A un certo punto, per ammortizzare i costi, ho deciso di comprare all'ingrosso, tenendo quelli che mi piacevano di più e rivendendo gli altri: al cancelliere del tribunale, al mio direttore di banca... Quando ho iniziato ad annoiarmi e trovarli banali ho provato a girarli direttamente io".

Quindi il primo passo è stato quello di girare filmati "in proprio"?
Si, facevo dei Super8, che peraltro non ho mai avuto. Infatti all'epoca lo sviluppo veniva fatto direttamente dalle case produttrici della pellicola, la Ferrania o la Kodak, che offrivano il servizio compreso nel prezzo d'acquisto: solo che io mandavo i filmini e loro li cestinavano perché li ritenevano osceni. Quando sono arrivate le prime telecamere, quelle pesanti un quintale, sono passato a quelle. E il primo film l'ho girato con la mia segretaria. L'ho "martellata" fino a quando non ha deciso di fare questo salto e poi con me ha fatto tre o quattro film. Da lì è partito tutto e ho girato un po' tutta l'Europa.

Tutto questo avveniva negli anni 80?
Sì, l'inizio è stato nell'82-'83, ma la mia fama si è consolidata tra l'85 e l'86, quando fondai un sindacato e cercai di portare nel settore una regolamentazione anche in funzione delle disposizioni europee. Strasburgo ha più volte sollecitato i governi italiani di fare una legge sul settore come c'è in tutti i paesi del mondo.

 

Come ricorda quegli anni?
Sono stati quelli dei fasti e delle grandi abbuffate, delle cose belle e divertenti. A un certo punto c'è stato l'avvento dei film americani che erano bellissimi, come fattura e come contenuto. Gli interpreti erano tutti di alto livello... Annette Haven, Vanessa Del Rio. Nomi che ai ragazzi di oggi non dicono niente ma hanno fatto la storia del porno. Noi non siamo mai stati in grado di realizzare prodotti così buoni.

Per quale motivo?
Soprattutto per mancanza di attori. L'ambizione delle ragazze italiane è sempre stata quella di andare a tenere la cartellina a Mike Bongiorno, non di fare la pornostar. Quindi il materiale umano è sempre stato piuttosto scadente. Di ragazze ne ho scoperte tante nella mia carriera: ogni volta sembra di aver trovato la nuova Loren e poi fai una domanda e queste non azzeccano mezzo congiuntivo... Ma poi la differenza era data anche dai mezzi economici: gli americani spendevano cifre che noi nemmeno potevamo sognarci.

Mentre rimanendo in casa nostra c'è qualche pornostar che l'ha colpita particolarmente?
Una ragazza speciale, che aveva una sua attività imprenditoriale, un'officina meccanica, era Ursula Cavalcanti. Che io ho scoperto nel 1994 e ha avuto un successo veramente internazionale. Purtroppo è morta due anni fa per una banalità, una specie di polmonite trascurata... Ma anche Michelle Ferrari. È una ragazza abbastanza preparata, con una bella personalità. Però è abbastanza indecifrabile, non ho ancora ben capito quali siano i suoi scopi e programmi. Per il resto mi vengono in mente Eva Orlowsky, Antonella Del Lago e poche altre. Alla fine sono convinto che il nostro unico fenomeno si chiami Rocco Siffredi. Perché la stessa Moana è entrata nel mito solo dopo morta...

Negli anni 80 entrarono in contatto con il porno anche attrici che venivano dal cinema tradizionale: Lilli Carati, Karin Schubert, Marina Frajese, Paola Senatore...
Avendo collaborato con Joe D'Amato ho incontrato queste attrici solo in un secondo momento, non ho mai fatto film con loro. Quasi tutte queste lavoravano con un certo Carletto Reali, uno dei primi a lavorare in pellicola. Ma all'epoca altre attrici del circuito "normale" andarono vicine a entrare nel porno. Penso a Jenny Tamburi oppure a un'altra attrice importante della quale non posso proprio fare il nome. Questa aveva già firmato ma il padre, un grande attore, intervenne e le disse che se fosse uscito questo film l'avrebbe ammazzata. Lei dovette pagare una penale sui 30-40 milioni dell'epoca. Una cifra folle. Ma in quel periodo anche su riviste come "Le Ore" ricordo servizi al limite dell'hard con Patty Pravo o Minnie Minoprio. Loro non facevano nulla oltre a posare nude, ma attorno a loro nelle foto accadeva di tutto...

Lei è diventato molto noto con la collana delle "casalinghe debuttanti", che ha messo da parte un po' la pornostar tipo Cicciolina per mettere sotto i riflettori la signora della porta accanto. Ha qualche aneddoto in proposito?
Ricordo che una volta mi chiamò una signora di Parma che voleva essere filmata con almeno un paio di attori. Io mi presento con la troupe e i partner per la signora e facciamo questo filmato in una casa di campagna a Fiesole. Alla fine però lei si rifiuta di firmare la liberatoria. "Lei non ha capito" mi fa, "il filmato lo voglio io per una cosa mia personale". La signora era venuta per fare il filmino da regalare al marito che compiva gli anni la settimana dopo. Una bella performance di lei alle prese con due aitanti fiorentini... E voleva persino pagarmi per il servizio...

Avendo inventato questo genere non si sente un po' responsabile dello scollamento che c'è stato tra il cinema e la pornografia, della perdita di professionalità?
Purtroppo da quando sono arrivati queste telecamerine tutti possono trasformarsi in regista. Lo vedo con gli attori che hanno lavorato con me, che quasi tutti hanno fatto un filmino. Però devo mettere i puntini sulle "i". Io facevo i film amatoriali andando nelle case delle persone, in tutta Italia. Quelli che si vedono oggi sono finti amatoriali con attrici che vengono dall'Est e non parlano una parola d'italiano. Anche per questo io smesso di fare i miei.

Lei che vive in questo mondo da trent'anni si sente di tracciare un bilancio?
Purtroppo il finale è triste. Il settore ormai è inflazionato e soprattutto pieno di persone interessate solo al business. L'hard si può fare a vari livelli ma sempre deve esserci la passione. Altrimenti ne esce un prodotto tecnicamente perfetto ma senz'anima. La pornografia defli anni 80 non era così esasperata. In un film le scene hard erano due o tre, molto più eccitanti perché arrivavano dopo un'attesa, una preparazione. Oggi si apre un video e siamo alla macelleria. E poi siamo arrivati alla patologia. Moltissimi titoli parlano di incesti e stupri e così si alimenta un vizio compulsivo.

In questo caso è la pornografia che rincorre le richieste del pubblico o viceversa?
La storia è cominciata quando sono arrivate le vhs nelle edicole, quelle ancora con le fascette per coprire. Uno faceva un bel prodotto, anche molto spinto e lo mandava in distribuzione. La gente magari apprezzava ma poi di fianco si trovava il prodotto truce e sceglieva quello. I porno tedeschi e olandesi. E ora il mercato credo sia in mano dei pochi produttori che sono rimasti e sia indirizzato alle nicchie. Con le varie preferenze e feticismi. E dico che ultimamente ho visto dei titoli nei cataloghi che mi fanno rabbrividire, con riferimenti a rapporti incestuosi, violenze. Siccome ogni giorno nei telegiornali sentiamo notizie tristi di questo tipo... Beh, se questo è il finale mi viene da dire che non abbiamo costruito un granché.

Ma c'è ancora spazio per il porno "normale" come lo intende lei?
Io continuo a lavorare, con il mio stile, un po' morboso ma sempre legato alla signora della porta accanto. Filmo cose che hanno sempre stuzzicato la fantasia popolare ma in certi labirinti non entro. Certo, tutto questo fa parte anche di una mancanza di regolamentazione. L'Italia è il bengodi: da noi arrivano centinaia di titoli prodotti in Paesi in cui gli stessi titoli sono proibiti. E come ciliegina sulla torta cosa fanno? La tassa sul porno, proprio mentre questo sta agonizzando. Per le buone produzioni, sarebbe il colpo di grazia.

Massimo Longoni