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Madonna e Sharon sulla Croisette

Per il documentario sullʼAids in Malawi

Riflettori accesi sull'impegno sociale a Cannes.

E su due bellissime del jet-set: Madonna e Sharon Stone, entrambe sostenitrici dell'Amfar (Foundation for Aids research), sbarcate sulla Croisette per assistere alla première di "I am because we are", il docu-film di Nahan Rissman, prodotto dalla popstar. Entrambe elegantissime, hanno attirato l'attenzione dei flash, anche grazie a una trasparenza di Madonna proprio sul décolletè.

Fasciata da un abito di paillettes bianche e nere, stretto in vita da un cintura, la regina della musica non ha perso l'occasione per stupire, anche se con discrezione, giocando su un malizioso vedo-non vedo. Più sobria Sharon Stone, avvolta da un abito nero con una profonda scollatura, ma altrettanto sexy, su una passerella che, in questi sei giorni, ha visto passare alcune tra le donne più belle del mondo.

Le due star hanno posato abbracciate, pronte a far conoscere al mondo la loro missione sociale con l'associazione benefica che promuove la ricerca sull'Aids, combattendone la diffusione nei paesi del terzo mondo. Madonna e la Stone sono alla guida dell'Amfar, e hanno voluto salire lungo la scalinata rossa del Palazzo del Festival per sensibilizzare il grande pubblico. Le due star hanno fatto così da traino al film-documentario che ritrae la condizione disagiata della gente del Malawi, afflitta dalla piaga dell'HIV e dall'abbandono minorile. L'impegno di Madonna è cominciato due anni fa, con l'adozione del piccolo David Banda, ed è continuato con un finanziamento continuo al "Raising Malawi charity", per una cifra complessiva che supera i 3 milioni di dollari.

Sharon è invece la battitrice dell'asta solidale per l'Amfar, il galà al Moulins des Mougins che sta richiamando a Cannes numerose star disposte a impegnarsi nella lotta all'Aids. Non mancheranno Cavalli, Valentino, Silvia Venturini Fendi, Roberta Armani, Mischa Barton, Eva Herzigova, Dennis Hopper, Elizabeth Hurley, Milla Jovovich, Diane Kruger, Juliette Lewis, Julia Ormond, Sean Penn, Natalie Portman, Bar Refaeli, Quentin Tarantino, Donatella Versace, Diane von Furstenberg, Dita Von Teese.

Sulla Croisette quest'anno è il trionfo del "bello, ricco, famoso e impegnato": nei giorni scorsi è sceso in campo Bono degli U2, tra i primi sostenitori di "The third wave", il reportage dell'australiana Alison Thompson sulla ricostruzione di un villaggio in Sri Lanka dopo lo tsunami del 2004. Il presidente della giuria del festival di Cannes, Sean Penn, ha costretto il direttore Thierry Fremaux ad inserire questo documentario come "proiezione del presidente" invitando, senza possibilità di defezioni, tutti i suoi colleghi giurati e la modella Petra Nemcova, sopravvissuta allo tsunami e fondatrice di un'associazione benefica che sostiene i sopravvissuti. Sfilata in passerella anche per Angelina Jolie, ambasciatrice Onu e madre adottiva di tre bimbi del terzo mondo.

L'attore inglese Jude Law ha fatto da testimonial al documentario di Jeremy Gilley, "The day after peace", storia del suo impegno per far diventare il 21 settembre una giornata di pace e non violenza, mentre l'attrice cinese Ziyi Zhang, fatto pubblicità alla sua fondazione, creata per raccogliere i fondi a favore delle vittime del terremoto del 12 maggio nel suo Paese. Realismo e attenzione al sociale anche nella pellicola italiana "Gomorra", ritratto di una Napoli dominata dalla camorra, nel dramma dell'immigrazione dall'est raccontato dai Dardenne nel "Silenzio di Lorna", e in "Amat Esclante" di Los Bastardos che racconta un giorno da lavoratori immigrati clandestini messicani a Los Angeles. E l'elenco potrebbe continuare. Svelato anche uno dei misteri di Cannes. Fin dai primi giorni si rincorrono i rumors sulla donna che ha ispirato il manifesto ufficiale, creato da Pierre Collier e ispirato dalla fotografia di David Lynch. Sulla Croisette ha sfilato la misteriosa protagonista, Anouk Marguerite, del "Crazy Horse" di Parigi.