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Scintilla: "Non siamo Drag Queen"

A Tgcom:"Le Marinetti sono puro teatro"

Era una delle "bambole" nello spettacolo di Gennaro Cosmo Parlato, ora è una delle tre Sorelle Marinetti con cui fa rivivere a teatro i fasti delle dive della canzone degli anni 30.

Scintilla Marinetti (al secolo Marco Lugli) però mette i puntini sulle "i". "Non chiamateci drag queen - dice a Tgcom - il nostro è solo teatro, fatto per ricostruire uno splendido periodo passato che è terribilmente attuale".

Con Nicola Olivieri e Andrea Allione ha costituito ormai un sodalizio fortissimo, partito dallo spettacolo di Gennaro Cosmo Parlato. "Ci chiamiamo fintamente sorelle Marinetti ma in realtà una fratellanza si è creata davvero - dice Lugli, in srte Scintilla -. Andrea e Nicola si erano conosciuti perché Giorgio Bozzo anni prima stava preparando un musical e loro avevano fatto i provini. Poi il progetto non è andato in porto e Giorgio li ha utilizzati per Gennaro. Io sono entrato in un secondo tempo, prima del debutto al teatro Ciak. Dopodiché abbiamo condiviso una turnée durata quasi due anni e mezzo".

Come è stato calarsi nell'atmosfera degli anni 30?
In parte ci eravamo abituati. Nello spettacolo di Gennaro il suo personaggio era una sorta di freak tra Klaus Nobi e Petrolini, e c'era più di un rimando. Noi poi, come Bambole, facevamo tutti i cori e le scene recitate e avevamo tantissimi cambi di costume. E tra questi c'era anche la parte Charleston. Devo dire che calarsi in quell'epoca è stato divertente.

E' stato difficile imparare la tecnica del canto armonizzato?
Complicatissimo perché ha richiesto una dissociazione dal mondo attuale. Siamo bombardati dall'hip-hop  e l'r'n'b, fino al pop più becero, non si hanno più nell'orecchio certe sonorità. Per un anno e mezzo abbiamo fatto ogni settimana due o tre prove di tre ore l'una con Christian Schmitz (il maestro arrangiatore dei brani - ndr). Nonostante questo ancora oggi ci sono delle difficoltà, perché serve un orecchio molto allenato anche sui brani che sembrano più semplici.

Hai avuto difficoltà a recitare e cantare nei panni di una donna?
No, assolutamente, anche se mi dissocio un po' dal concetto di drag perché alle drag queen credo fino a un certo punto. Almeno nell'ambitio di un progetto come questo. Il piglio che noi tre stiamo cercando di dare è un piglio prettamente teatrale: attraverso un costume e una ricerca storica, ci si impadronisce di un personaggio e lo si crea. Quando il sipario si chiude, ci si toglie il costume e il personaggio rimane lì…Se noi siamo drag queen allora lo è anche Paolo Poli, e il solo pensarla una cosa del genere mi sembra bestiale!

Alla vostra prima uscita, alla Feltrinelli di Milano, avete riscosso un grande successo...
E' stata una bella sorpresa. Dopo tante prove non vediamo l'ora di esibirci dal vivo e condividere questa cosa con il maggior numero di persone. Vorremmo che la gente capisse che le canzoni degli anni 30 non sono un pretesto banale. Anche il nome futurista che è stato scelto, Marinetti, viene dal fatto che per noi questo tipo di musica e di ricostruzione è un modo per guardare al passato per dire quanto attuale tutto questo sia anche oggi. Un bene culturale che non va perso.

Massimo Longoni