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Olmi: "A Cannes?Vado malvolentieri"

Il 30 marzo esce "Centochiodi"

"Centochiodi" (nel cast c'è Raz Degan) sarà proprio l'ultimo film di Ermanno Olmi.

D'ora in poi il maestro farà solo documentari. "E' stata una decisione difficile - ha detto - ma come Tolstoj a un certo punto si deve dire basta. Il documentario mi riporta tra la gente" La pellicola potrebbe partecipare fuori concorso a Cannes. "Vado malvolentieri ai festival: sono anziano, - ha commentato ma lascio liberi i produttori di decidere".

I chiodi a cui fa riferimento il titolo sono quelli che il professore di filosofia e storia della religione dell'Università di Bologna (Raz Degan) infigge sui preziosi volumi teologici di un'antica biblioteca (un gesto più che simbolico) per poi intraprendere una nuova vita in un improvvisato eremo sulle riva del Po in compagnia delle persone semplici e emarginate che vi abitano. Degan diventerà così un po' per loro come un novello Cristo, un amico e anche una guida, capace di dire però frasi poco ortodosse come questa: "Nel giorno del giudizio sarà Dio a dover dar conto di tutte le sofferenze del mondo". O, parlando dei libri: "C'è più verità in una carezza che in tutte le pagine di questi libri".

Per il regista de "L'albero degli zoccoli" una cosa è certa: "Le religioni non hanno mai salvato il mondo. Anzi hanno portato l'umanità dentro baratri spaventosi. Le religioni - continua - possono solo essere un suggerimento per regolare meglio le nostre idee ma mai per imporle".

E sul matrimonio: "Perché celebrarlo davanti a qualcuno, anche farlo davanti a un lampione di Ponte Milvio con un lucchetto (il riferimento è alla moda nata dai libri di Federico Moccia, ndr) è un giuramento d'amore. Guai a chi banalizza questo gesto". I personaggi poveri e semplici che accolgono nelle loro case abusive sulle rive del Po il Cristo-Degan: "Possono farci capire la differenza che c'e' tra l'essenziale e il superfluo. Il mondo rurale da cui provengo mi ha lasciato questo tipo di insegnamento".