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Guerre stellari: lotta di religione

Due sedicenti cavalieri Jedi allʼONU

La realtà supera la fantasia.

Due sedicenti cavalieri Jedi, i difensori della pace di Star Wars, insieme a un barbuto compagno vestito da Chewbacca, si sono presentati alla sede londinese delle Nazioni Unite per chiedere il riconoscimento ufficiale della loro religione Jedi. Nella Giornata internazionale della Tolleranza dell'Onu, lo zoccolo duro dei fans di Guerre stellari insorge: "La nostra religione è la quarta del Paese: deve essere riconosciuta".

Durante il censimento britannico del 2001, 390 mila persone, di cui molte per scherzo, avevano indicato come loro religione quella dei Jedi. Star Wars insomma, dopo le sei opere cinematografiche che hanno influenzato fortemente la storia del cinema, diventa fenomeno sociale.
La saga fantascientifica, ideata dal regista americano George Lucas e che da sempre affascina il pubblico mondiale, traspone la fantascienza nella realtà. I Cavalieri Jedi, difensori della pace nel fantascientifico mondo di Guerre Stellari, hanno addirittura ribattezzato la Giornata internazionale della Tolleranza delle Nazioni Unite, Giornata Interstellare della Tolleranza.

Ma non è finita qui. Il 27enne John Wilkinson, Umada per il codice Jedi, si è così espresso nella sede Onu di Londra: "Siamo qui oggi perchè la nostra religione, la quarta più seguita del Paese, venga riconosciuta ufficialmente".
Non era solo John: con lui la compagna, Charlotte Law, 24 anni, in arte Yunyun. La donna ha spiegato i motivi della lotta e le linee guida del Codice Jedi: "Si tratta di migliorare se stessi e rispettare le differenze". La donna ha poi aggiunto che "non è giusto che così tante forze vitali nella galassia non vengano riconosciute".

Come andrà a finire? Per saperlo bisognerà aspettare la prossima puntata.