Venezia,lunghi applausi per Branagh
Successo per "Il flauto magico"
Può un film, ambientato durante la I Guerra Mondiale con le musiche di Mozart, dal sapore pacifista, conquistare ed estasiare il pubblico? Evidentemente sì, se alla proiezione del film fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia "Il flauto magico" di Kenneth Branagh (eccezionalmente al Teatro Fenice) la platea si è alzata in piedi per applaudire il regista e l'intero cast di attori.
L'arrivo del regista, che è anche sceneggiatore de "Il flauto magico" è stato accolto dall'applauso delle tante persone che l'hanno atteso all'esterno del teatro lirico veneziano. Allo spettacolo ha assistito un parterre internazionale, tra cui spiccava la presenza di Jeremy Irons e Stefania Rocca, oltre ad altri esponenti del mondo del cinema e della televisione tra cui il vicepresidente della Rai Giancarlo Leone. Ad accogliere Brannagh il presidente della Biennale Davide Croff, e il direttore Marco Muller.
Un film visionario, dove sono ugualmente protagonisti l'intreccio e la musica sublime di Mozart. Gli attori, nella vita cantanti lirici, che hanno registrato le parti a settembre e iniziato a girare il gennaio successivo, sono stati accompagnati dalla Chamber Orchestra of Europe. Per quanto riguarda il libretto, esso è stato tradotto dallo scrittore inglese Stephen Frey.
"L'obiettivo, - chiarisce il regista - era restituire una versione che fosse il più possibile al tedesco originale. Non conoscevo bene nè Mozart nè la musica lirica" confessa Branagh e racconta che, ricevuta la proposta di realizzare questo film, si è dedicato all'ascolto della versione originale . "Ho ammirato -fa sapere- il film di Ingmar Bergman (1975). Ho visto alcune opere a teatro e mi sono documentato". Il regista spiega di essere rimasto "colpito dall'umorismo dell'opera e dalla intensità della musica, in grado di esprimere l'ampiezza del conflitto. Mi sembrava che fosse un grido di richiesta di pace. Perciò mi sono ispirato alla prima guerra mondiale e scelto un paesaggio visivo epico, utile a un messaggio di pace".
Il libretto originale, in tedesco, è stato tradotto in lingua inglese e le parti sono state affidate a veri cantanti: Joseph Kaiser, nel ruolo di Tomino; Amy Carson, Pamina; Benjamin Jay Davis, Papageno; Lyubov Petrova, la Signora della Notte, alle quale sono state affidate le parti musicali più imponenti dell'intera opera; Renè Pape, Sarastro. Al centro dell'opera un conflitto che Branagh ambienta nell'ambito della Prima Guerra Mondiale, che diventa metafora dell'aspirazione alla pace che, secondo Branagh, la musica potentemente evoca.
Surreali e teatrali al contempo le scenografie, caratterizzate da un colore pieno e intenso, dove non mancano accenni pop, come la grande bocca a cuore rossa, sublimazione del desiderio di Papageno. Tutto si gioca sul contrasto tra luce e tenebra, che ha invaso il mondo. A Tomino, alla ricerca dell'amore, è affidato il compito di liberare il mondo dalla guerra e di restituire la luce e la pace.
Alla vigilia della prima guerra globale, una calma soprannaturale scende sul paesaggio che il conflitto non ha ancora toccato. Mentre attende l'ordine di attaccare battaglia, il protagonista viene trasportato con una serie di escamotage e pretesti di scena, in un mondo parallelo, dove viene salvato dalla morte da tre infermiere. Segue una spettacolare avventura musicale dove la coppia di innamorati è chiamata a superare alcune prove per liberare il mondo dal male.
Gli enigmi che il testo originale contiene vengono qui compiutamente riproposti, in particolare l'allusione al fatto che Sarastro potrebbe essere stato in qualche modo legato alla Signora delle Tenebre e, dunque, padre di Pamina. Il regista sembra prendere in questo caso posizione: al momento della morte della Signora gli occhi di Sarastro esprimono rimpianto e lo stesso affetto che dimostra nei confronti della ragazza è chiaramente 'paterno'.