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Marilyn, 80 anni fa nasceva il mito

A Los Angeles il 1 giugno 1926

Esattamente 80 anni fa nasceva il mito del cinema mondiale Marilyn Monroe (vero nome Norma Jeane).

L'attrice è morta suicida (secondo le fonti ufficiali, ma circolano anche altre ipotesi) la notte tra il 4 e il 5 agosto del 1962 a soli 36 anni. Una vita costellata da tragedie: l'infanzia in orfanatrofio, la madre in manicomio e sfortunati amori (tra cui i fratelli Kennedy, il campione di baseball Di Maggio e lo scrittore Arthur Miller).

Il regista Billy Wilder sosteneva perfidamente che la bella attrice aveva "un seno di granito ed un cervello di groviera". Ma chi la conosceva bene sapeva che si nascondeva una notevole intelligenza dietro il clichè della bionda svampita che la Monroe coltivava con cura. "Era incredibilmente bella ed incredibilmente fragile", ha osservato un biografo raccontando le sue dipendenze dall'alcool e dalla droga ed i suoi ricoveri in cliniche specializzate. Le circostanze misteriose della sua morte, nell'agosto 1962, per una overdose di barbiturici hanno contribuito ad alimentare il mito (impedendo alla sua immagine di invecchiare) e ad alimentare una miriade di teorie complottiste (con i Kennedy o
la mafia, spesso, nel ruolo dei responsabili).

La carriera di attrice della Monroe inizia con parti da comparsa ("Ladies of the chorus" del 1949, "LoveHappy" sempre del '49 con i Marx Brothers, etc.), poi conquista piccole, ma significative, parti che la lanciano nel firmamento del cinema: nel 1950 in "Giungla d'asfalto" e in "Eva contro Eva", nel 1952 con Cary Grant e Ginger Rogers in "Monkeys Business" e altri ancora.

Nel 1952 ottiene il suo primo ruolo da protagonista, nei panni di una babysitter psicolabile in "La tua bocca brucia" e nel '53 con "Niagara", al fianco di Joseph Cotten, ottiene il successo mondiale. Nel 1953 gira ancora "Come sposare un milionario" e "Gli uomini preferiscono le bionde", con i quali si conferma una delle star piu' amate dal pubblico. Seguono clamorosi successi come "La magnifica preda" del 1954 e "Quando la moglie è in vacanza" in cui Billy Wilder le affida la parte della svampita inquilina del piano di sopra. Nel 1954 Marilyn sposa il famoso giocatore di baseball, Joe Di Maggio, da cui divorzia nel giro di un anno.

Il fallimento anche di questa relazione le lascia dentro una ferita profonda e incancellabile, la prima di una serie che saranno destinate ad allargare sempre di più la sua sensazione di sconforto e di sostanziale solitudine.Dopo la separazione col campione Di Maggio, si trasferisce a New York per studiare all'Actor's Studio, un impegno che sembra rigenerarla e farle momentaneamente dimenticare i suoi travagli interiori. Conosce l'affermato commediografo, Arthur Miller, un intellettuale affascinante che poteva vantare la rappresentazione delle sue commedie in tutto il mondo (far cui la celeberrima "Un tram chiamato desiderio", testo originale di Tennessee Williams). E' il colpo di fulmine. Marilyn ha l'illusione di aver finalmente trovato l'uomo della sua vita e i due si sposano nel 1956.

L'anno dopo fonda, con l'amico fotografo Milton Green, la sua casa di produzione cinematografica, la Marilyn Monroe Productions, con cui gira "Il Principe e la ballerina" al fianco di Laurence Olivier. E' il primo e unico film della sua casa di produzione, dato che al botteghino la pellicola è un autentico fiasco. Come attrice, invece, si risolleva giusto due anni dopo con l'esilarante commedia, sempre del genio Billy Wilder, "A qualcuno piace caldo". Anche in questo caso, il personaggio da lei interpretato si stampa indelebilmente nella mente degli spettatori.

La relazione con Miller, ad ogni modo, traballa. Le tentazioni, poi, sono dietro l'angolo. In questo caso, la nuova fiamma della passione si chiama Yves Montand con cui nel 1960 gira "Facciamo l'amore". Il loro flirt è breve, intenso e soprattutto materia infuocata di gossip e pettegolezzi.

Nel 1962 Marilyn riceve il Golden Globe come migliore attrice: è la conferma mondiale delle sue capacità, un misto di carisma e di appeal. In questo periodo, fra l'altro, izia la relazione segreta con il presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy e con il fratello Robert. Ma l'instabilità emotiva della diva si aggrava, forse proprio a causa delle altrettanto instabili storie d'amore in cui si getta. Qualcuno ha avanzato anche l'ipotesi che Marilyn soffrisse per l'incapacità di avere figli o per la mancanza di un amore vero.

Stufa di essere considerata una dea, desiderava essere trattata semplicemente come una donna bisognosa di affetto. La conseguenza di questo tormentato stato psichico è che si rifugia nell'alcool e nei barbiturici. In breve, la situazione si aggrava: entra ed esce dalle cliniche. Nel 1962 esce il suo ultimo film: "Gli spostati" scritto per lei dal marito Miller e nello stesso anno divorziano. A causa dei continui ritardi, delle continue crisi isteriche, delle sbornie e dell'inaffidabilità viene licenziata dal set del film "Something got to give" e, un mese più tardi viene trovata morta.