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Kim Rossi Stuart: "Vado a Cannes"

Con "Anche libero va bene"

Sarà nelle sale da venerdì e il 22 maggio a Cannes alla Quinzaine des Realisateurs.

Kim Rossi Stuart, al suo debutto come regista con "Anche libero va bene", è stato già promosso da Olivier Peredal, delegato generale del Festival di Cannes. Previsto sulla Croisette il cast al completo: Rossi Stuart, Barbara Bobulova e il piccolo Alessandro Morace. Il film racconta la storia di un bambino che vive una situazione familiare molto difficile.

La madre (Barbora Bobulova) rientra in famiglia dopo l'ennesima fuga, il padre (Kim Rossi Stuart) è addirittura troppo oppressivo. In questo contesto il figlio (Alessandro Morace) è costretto a crescere troppo in fretta, a cercare una sua personalità e indipendenza.

Il film non mancherà di sollevare qualche polemica per una bestemmia pronunciata dal padre in momento di rabbia: "Non è una provocazione - ha chiarito Rossi Stuart - ma un grido di dolore che sfugge a Renato nel momento in cui sente di avere totalmente perso fiducia nella vita, e fiducia in fondo non è che un sinonimo di fede".

"Racconto la storia d'amore tra un padre e un figlio", ha spiegato il neoregista. "Anche libero va bene" è interpretato dallo stesso Rossi Stuart, costretto a sostituire all'ultima ora l'attore che avrebbe dovuto interpretare il ruolo del protagonista, e da Barbora Bobulova. Questa è "la storia di una famiglia come tante ce ne sono a giorni nostri", con un padre autoritario costretto a crescere da solo due bambini.

 "E' un film con il quale ho cercato di volare alto - ha ammesso il regista - ma essendo io un bambino dal punto di vista registico, ho pensato fosse giusto partire con un'opera che parlasse d'infanzia". Un'infanzia dura, complicata, fatta di solitudini "ma raccontata in maniera sincera, originale e senza pregiudizi" ha chiarito Rossi Stuart.

"Sono personaggi moderni, costretti a fare i conti con problematiche attuali, ma non è mai stata mia intenzione giudicare i due genitori, di cui ho cercato di descrivere le personalità senza definirle totalmente in maniera negativa. Neanche il personaggio della madre, interpretato magistralmente dalla Bobulova, una donna lontana dall'essere semplicemente una casalinga annoiata, ma che è invece vittima di una nevrosi che la fa sprofondare nel baratro e quando avviene l'unica salvezza è la fuga dalla sua vita e dall'amore che prova per i suoi figli".

Da molto tempo Kim Rossi Stuart desiderava girare un film come regista, "già a 22 anni sentivo che questa sarebbe stata la mia strada - ha raccontato-. Il passaggio dietro la macchina da presa è stato molto naturale, anzi ho aspettato anche troppo. Soprattutto negli ultimi anni, quando ho rinviato più volte per lavorare prima con Roberto Benigni in Pinocchio e poi con Gianni Amelio in Le chiavi di casa e Michele Placido in Romanzo criminale".

Determinante è stato il lavoro con Amelio, "avevo scritto Anche libero va bene prima di lavorare a Le chiavi di casa, ma non potevo rinunciare a spiare il suo modo di lavorare con i bambini, anche quello di Andrea Rossi era un caso tutto particolare. Era tutto diverso. Eravamo impegnati più che altro a seguire le invenzioni estemporanee di Andrea. Mentre nel caso di Alessandro Morace, al contrario, era così preso dal suo ruolo di attore che gli elettricisti lo chiamavano Robert De Niro".