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"Wolverine" ora sogna la mortalità

Hugh Jackman torna al cinema dal 25 luglio nei panni dellʼeroe mutante della Marvel

Ufficio stampa

In controtendenza con tutti gli esseri umani, il tema della nuova esistenza di "Wolverine", dopo le catastrofi del precedente capitolo e la perdita della donna amata, è la mortalità. Riecco infatti Hugh Jackman, per la sesta volta nei panni del mutante della Marvel, nelle sale italiane, anche in 3d, dal 25 luglio. E' il secondo capitolo sulla storia del mutante invulnerabile dai giganteschi artigli ricoperti di indistruttibile lega in adamantio.

Jackman, alla sesta performance in 13 anni nei panni di Logan alias Wolverine (ha interpretato il personaggio anche nei corali X-Men, X-Men 2, X-Men - Conflitto finale, X-Men - L'inizio) riporta sullo schermo il personaggio in una sfida particolarmente ardua: il rischio di perdere l'invulnerabilità da cui pure tante volte ha sognato di liberarsi: pistole e spade iniziano a provocare gravi ferite, i colpi che subisce iniziano a lasciare i segni. Una voglia, quella di perdere la sua immortalità, diventata ancora più forte dopo la morte dell'amata Jean Grey/Fenice (Famke Janssen), anche lei potentissima mutante, presa da una furia cieca in X men 3 - Conflitto finale, tanto da chiedere a Wolverine di liberarla uccidendola, desiderio che lui esaudisce, lasciandogli dei rimorsi che ritornano in questo film. "Ho iniziato a recitare questo personaggio 13 anni fa e mi piace sempre di più - ha spiegato Jackman -. Questo è un film più dark. Per quanto siano spettacolari le scene d'azione, non è fatto solo dagli effetti speciali. Non si perde mai di vista l'umanità di Wolverine, la sua rabbia e il suo dolore".