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Pico Rama diviso tra i tarocchi e "La Sirenetta"

Il cantante reggamuffin presenta a Tgcom24 il suo nuovo disco "Il secchio e il mare"

Ufficio stampa

La voce è quasi la stessa e anche l'estro creativo, i geni non mentono. Pico Rama, figlio di Enrico Ruggeri, presenta a Tgcom24 il suo secondo disco "Il secchio e il mare". Dieci brani tra numerologia dei tarocchi e sperimentazioni con Dargen D'Amico con cui ha duettato in "Cani Bionici (Technotitlan)". Ma l'amore per il reggae è forte sin da piccolino. C'entra qualcosa il granchio Sebastian de "La Sirenetta".

Le parole chiave per seguire le linee di principio del disco sono, come dichiara lo stesso Pico: civiltà, sacrificio, distopia, tecnocrazia, evoluzione, potenzialità. Testi al limite del visionario ma che rimandano a un concreto futuro, quasi una sorta di premonizione del mondo che verrà.

Dal primo disco “La Danza della Realtà" al secondo "Il secchio e il mare", c'è stata una evoluzione?
Direi proprio di sì. In 'La Danza della Realtà', pubblicato nel 2011, c'erano brani che ho composto tra i 15 e i 18 anni dunque in questo nuovo disco ci sono delle novità. Rivendico dunque una maturità artistica e anche una cifra acustica più giusta.

"Il secchio e il mare" evocano immagini infantili, non credi?

Non ci avevo pensato! In genere dei miei brani si fanno le interpretazioni più varie e assurde ma questa mi piace molto. Sì in qualche modo credo che un po' di fanciullesco ci sia.

Quando è iniziata la voglia di scrivere nuovi brani?
Direi quando ho scritto sui social "Il mio #nuovonome è Pico Rama” è stato un po' l'inizio di tutto, un momento molto importante di svolta visto che ho cambiato il mio cognome d'arte (prima era fm, ndr). Poi è subentrata la produzione artistica di Marco Zangirolami e l'incontro con l'artista Emila Sirakova...

Che ha disegnato le illustrazioni interne al booklet. Come vi siete conosciuti?
Durante una mostra a Milano un anno fa. Mi aveva colpito molto un disegno fatto da lei sui tarocchi che raffigurava il diavolo. Insomma sono rimasto folgorato dal forte senso simbolico e sensibilità espressa da Emila. Sono molto contento che mi abbia poi in qualche modo fotografato per questo disco.

Nel video di "Cani Bionici (Technotitlan)" con Dargen D'Amico sei un sacerdote, come mai?

Esattamente, sono un sacerdote precolombiano visto che il sottotitolo Technotitlan rimanda alla capitale dell'impero azteco, invece Dargen è un dittatore distopico proiettato nel futuro. Una scena forse un po' apocalittica ma futuribile. In qualche modo strizzo l'occhio a Orwell e anche ad altri scrittori che hanno disegnato una società complessa.

Nell'intervista doppia a "Le Iene" hai confessato che tuo padre, Enrico, fa pipi nel lavandino. Ti ha rimproverato?

No dai. Comunque era la verità era giusto che il mondo sapesse! (ride, ndr).

E' vero che da piccolo eri pazzo de "La Sirenetta"?
E' vero, è una bellissima storia e poi lì c'era il mitico Sebastian il granchio che cantava alla Sirenetta "In fondo al mar" a suon di reggae!