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Biancaneve va alla guerra e (con)vince

Dall'11 luglio nelle sale italiane la favola dei Grimm riscritta da Sanders

Ufficio stampa

Perché, poi, non abbiano optato per “Lucrezia e il cacciatore” o “Alice e il cacciatore” rimane un mistero. Del resto della favola scritta dai fratelli Grimm nel lontano 1812, c'è ben poco. Anzi, nulla. Forse, solo il nome della protagonista: Biancaneve. E i sette nani, ovviamente. Ma ne abbiamo contati otto. E hanno tutti nomi strani (tipo “Gus”). Quindi, affinità da annullare. Non per questo, però, il nuovo – attesissimo - film di Rupert Sanders “Biancaneve e il Cacciatore” (nelle sale dall'11 luglio e contemporaneamente anche in versione romanzo per Mondadori) non deve funzionare.

E infatti, gli applausi a fine proiezione li merita tutti. Anche se la critica americana è stata molto severa. E si è persino spaccata. La fronda capeggiata da “Variety” ha liquidato la pellicola con un “bello ma non balla” (lo stesso, del resto, obiettivamente, che si potrebbe dire di Chris Hemsworth, il figlio del dio Odino qui nei panni del Cacciatore). L'altra – “New York Times” in testa – ne ha, invece, apprezzato le qualità narrative ma soprattutto sceniche. A cominciare dall'immersione nella foresta incantata, tempio sacro della natura incontaminata e regno dei migliori effetti speciali.

Al botteghino a stelle e strisce la prima settimana è stato un successo: 56 milioni di dollari solo nel week-end. Salvo poi essere travolto e, definitivamente spinto in basso nella classifica, da altri due colossal: “Prometheus” di Ridley Scott e “Madacascar 3” che, come un tornado, hanno spazzato via la favola più amata dai bambini. Seppur, qui riscritta e reinventata in un affascinante fantasy dark dal sapore gotico. Nulla a che vedere, insomma, con la rivisitazione firmata Tarsem (“Mirror, mirror”): flop assoluto nonostante Julia Roberts.

La “nostra” Biancaneve – Kristen Stewart, post Twilight - è tutt'altro che indifesa: va in guerra e vuole vincere. Contro di lei, la regina Ravenna (dall'inglese raven, corvo, prendete nota), perfidissima Charlize Theron alle presa con una schiacciante verità (toh, “non è la più bella del reame”) che grida vendetta. Al suo fianco, invece, due aitanti combattenti: il principe e il cacciatore, deciso – quest'ultimo - a rubare la scena (e non solo!) all'altro protagonista maschile. Dentro di lei, l'oggetto del desiderio della cattiva matrigna: il suo cuore, elisir di lunga vita per chi ha venduto l'anima al diavolo in cambio dell'eterna giovinezza (ma anche eterna infelicità).

E' un viaggio alla conquista delle proprie origini e del regno perduto (con finale – ovviamente - a sorpresa, niente “vissero felici e contenti”). Un percorso umano tra fragilità, solitudine, amore e potere. Nello spirito – seppur tradito – dei fratelli Grimm, “Biancaneve e il cacciatore” sa regalare sogni e emozioni. Incantesimi perfetti per fare il pieno di incassi. Ma la sfida, nelle sale, sarà dura. E lo Specchio, alla domanda “Qual è il più bel film dell'estate?”, non si è ancora degnato di rispondere.