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Il confessore di Dalla: "Polemiche sul funerale?
Non sono altro che una vendetta dei gay"

Il giorno dopo le esequie del cantautore, monsignor Boschi attacca: "Gli omosessuali volevano usarlo come loro bandiera"

Ansa

"La Chiesa condanna il peccato, non il peccatore quando questi fa un certo cammino".

Lo ha afferma padre Boschi, il confessore di Lucio Dalla. "Chi dice che la Chiesa è ipocrita - ha aggiunto - non sa niente". "Dalla era una persona di grande fede e non ha mai voluto conclamare la propria omossessualità", ha proseguito il domenicano, secondo cui le polemiche sono solo una "vendetta dei gay che vogliono fare del cantante una bandiera".

Il confessore di Lucio Dalla, che domenica ha pronunciato l'omelia ai funerali del cantante, ha aggiunto "di avere avuto una sensazione molto sgradevole, di mancanza di civiltà" nel leggere le polemiche sui giornali. Secondo il padre domenicano, quelli che criticano "sono sciacalli, iene. Sputano sentenze su cose più grandi di loro".

Alle accuse del monsignore ha risposto il presidente dell'Arcigay di Bologna Emiliano Zaino. "Lucio Dalla - ha detto - non è mai stato una nostra bandiera né lo sarà. Nessuna vendetta da parte dei gay. Anzi, nel movimento molti ci hanno rimproverato di non essere intervenuti nel dibattito con dichiarazioni. Io credo solo che, messa alle strette, la Chiesa pensa di difendersi aggredendo noi. E' la loro solita ipocrisia".

RADIOPADANIA ATTACCA: "CANTORE DELL'ITALIA TRICOLORITA"
L'emittente ufficiale della Lega, prende le distanze dal cordoglio nazionale per la morte di Lucio Dalla. Sabato, durante la trasmissione "Arte Nord", il conduttore non ha esitato a definire il cantautore un ''italiota''. Il conduttore ha riconosciuto l'eclettismo di Lucio Dalla che ha dedicato anche canzoni al nord: ''Grazie a suo padre che era di Bologna ma sua madre no''.

Per Radio Padania, che salva di Dalla canzoni come 'Piazza grande' e 'Nuvolari' (''La prima parla di Bologna e la seconda di un grande padano''), la "colpa2 del cantautore bolognese è stata quella di veicolare la cultura del '68: ''Nel bene e nel male è stato protagonista della complessita' che arriva dal 68 fino alla globalizzazione''. Dalla, per Radiopadania, e' figlio della ''Bologna cattocomunista'' che ha una visione ''ecumenista'' del mondo.

"Prendete - afferma il conduttore - 4 Marzo, Gesù bambino, amici padani, era figlio di una p... E poi 'Faremo l'amore per intere settimane', perché a lavorare non ci si pensa. Sono i padroni che ci costringono. Ci siamo cascati tutti...''. Per la radio leghista poi nella canzone "Milano" si dimentica la milanesità perché è stato "un sagace autore dell'Italia tricolorita" e l'Italia: ''E' una macchina diabolica che schiaccia la dignità dei popoli".

GIOVANARDI: "STRUMENTALIZZAZIONI FUORI LUOGO"
''Ieri abbiamo visto cose straordinarie, un personaggio che non ha mai ostentato i suoi affetti, i suoi orientamenti". Così Carlo Giovanardi (Pdl) ha commentato nello studio di Tgcom24 le polemiche nate intorno all'omosessualità di Lucio Dalla, all'indomani dei funerali. ''Ci sono stati funerali commoventi - dice - tutti gli altri commenti sono sembrati fuori posto. Quando si mischia la politica con le associazioni gay, nasce la manipolazione. Voglio rispettare una persona come Lucio Dalla che non ha mai parlato, in vita, di cose di cui, ora che è morto, non si fa che parlare. Si vuole costruire una speculazione politica sui sentimenti di una persona che, oltretutto, era molto religiosa. Chi dice che la Chiesa non fa i funerali agli omosessuali? Lucio Dalla era fortemente religioso, un modello di sobrietà e di intelligenza, non ha voluto rendere pubbliche alcune cose quando era in vita, perché‚ lo si deve strumentalizzare dopo la morte? Questo vuol dire utilizzare Dalla contro Dalla".

GRILLINI: "DALLA GAY? ERA IL SEGRETO MENO SEGRETO"
Di tutt'altro segno l'intervento di Franco Grillini. ''Uno ha diritto di dirlo e di non dirlo, se è gay - ha detto in collegamento con Tgcom24 -. Lucio Dalla era gay e lo sapevano tutti, tutta Bologna e la Chiesa Cattolica. Era il segreto meno segreto che ci possa essere. Abbiamo rimproverato un atteggiamento dei giornali: se muore un poveraccio omosessuale, si dice tutto di lui, se muore un omosessuale famoso, nel momento in cui si fa un funerale non si può dire nulla. La Cei ha vietato di trasmettere in Chiesa le sue canzoni perché nelle sue canzoni veniva fuori l'idea dell'amore da vivere come si vuole. Non c'e' nessuna differenza tra un omosessuale che piange un compagno morto e un eterosessuale'', ha concluso Grillini.