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Marianne Mirage: "Voglio unire mondi lontani per trovare la mia idea di pop"

Esce "Come quando fuori piove", primo singolo della cantante di Forlì, nuova scoperta di casa Caselli. In esclusiva a Tgcom24 lʼascolto del brano

marianne mirage
ufficio-stampa

Si intitola "Come quando fuori piove" il primo singolo di Marianne Mirage.

Nativa di Forlì ma cresciuta in giro per il mondo, la Mirage mescola lingue e stili con estrema naturalezza. Fresca di firma con Sugar Music è ora al lavoro sull'allbum di debutto che sarà prodotto da Fausto Cogliati. "Vorrei cercare di avere uno stile preciso mettendo insieme mondi distanti - dice lei a Tgcom24 -, come una voce alla Billie Holiday su una base tipo Snoop Dog".

Marianne Mirage: "Voglio unire mondi lontani per trovare la mia idea di pop"

D'altronde la mescolanza di elementi diversi è nel dna di Marianne. Cantante e autrice, certo ma anche attrice e regista, con la passione per la scrittura e la fotografia. La scorsa estate, oltre che al lavoro sull'album, si è anche fatta le ossa dal vivo aprendo i concerti di Patty Pravo e Raphael Gualazzi. Adesso è il momento di buttarsi in prima persona... Emozionata? "Con l'uscita del singolo ci sono un bel po' di farfalle nello stomaco, come dice Gue Pequeno avrei bisogno di un insetticida... Ma in generale sono una persona calma e riesco a godermi il momento senza farmi prendere dalla tensione".

Come è arrivata questa occasione?


Io sono di Forlì ma mi sono trasferita due anni fa a Milano per frequentare il centro sperimentale di cinematografia di Giancarlo Giannini. La musica è sempre stata comunque la mia passione e così alla sera suonavo in locali pagata a free drink. Un ragazzo della Sugar mi ha sentita suonare e mi ha proposto di andare da loro a proporre i miei pezzi.

E poi cosa è successo?


Mi sono presentata con la mia chitarra e mi sono trovata a suonare i miei 60 pezzi in inglese, francese, italiano e portoghese davanti a tutto lo staff Sugar. Mi hanno chiamato anche una seconda volta e dopodiché hanno deciso di prendermi.

In tempi di talent show la tua storia suona molto di discografia alla vecchia maniera...


Sugar stava cercando una persona come me. Quando sono arrivata erano molto felici di avermi trovato. Dal momento della scelta a oggi comunque ce n'è voluta: abbiamo fatto tanti esperimenti, tante prove per trovare uno stile che fosse il migliore. Mi hanno dato il tempo e la possibilità di cercarmi.

A giudicare dagli studi verrebbe da pensare che ti stessi avviando a tutt'altro tipo di carriera...


In realtà le due cose non sono in contraddizione. Quel ramo artistico ti permette di sviluppare anche tante cose che poi servono anche per la musica. Come tenere il corpo e la voce su un palco. Sono vasi comunicanti.

Come procede il lavoro sull'album?


Stiamo decidendo se includere o meno delle cover. Abbiamo tantissimi brani e stiamo scegliendo quelli giusti. Vorrei che ci fosse uno stile ben preciso e lo sto trovando con i suoni che più mi piacciono e i testi che trovo più interessanti.

I testi saranno tutti in italiano?


No, lo sarà la maggior parte ma ci saranno anche canzoni in francese e inglese. Quando scrivo lo faccio chitarra e voce pensando il testo in inglese, da un anno e mezzo scrivo in italiano e mi piace molto, è una bellissima sfida, ma voglio farlo ma senza tradire il mio linguaggio.

Come ti sei trovata a lavorare con una struttura professionale e un produttore?


Sembra una sciocchezza ma in realtà è una vera rivoluzione. Ti devi scontrare con una realtà che ti impone di "portare il pezzo a casa" entro tempi determinati. Quando sei da sola puoi decidere di abbandonare una cosa che non viene al primo colpo, magari riprenderla in un secondo momento. Qui ti chiedono di arrivare al brano e che sia il definitivo. Alla fine è la cosa migliore. La cosa più bella è che sto imparando tantissimo, vedo come lavorano i produttori. Adoro passare tempo in studio e con Fausto Cogliati abbiamo lavorato molto.

Hai detto di voler cercare uno stile ben definito, eppure le tue influenze sono molto varie: verso quale strada ti sei indirizzata?


Non credo che se uno ascolta un genere musicale poi deve per forza riproporlo. La mia intenzione è quella di mettere insieme elementi in apparenza distanti ma che in realtà possono creare qualcosa di nuovo. Un canto alla Billie Holiday o Nina Simone e una base musicale alla Snoop Dog possono sembrare suoni slegati, ma che in realtà possono essere uniti. In fondo sotto la definizione pop si nasconde un mondo vastissimo e variegato.