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Cannes 2014, Micaela Ramazzotti madre coraggio di un gay catanese

Con "Più buio di mezzanotte" in concorso alla Semaine de la Critique

Micaela Ramazzotti è sbarcata al Festival di Cannes con "Più buio di mezzanotte" di Sebastiano Riso in concorso alla Semaine de la Critique. Nella pellicola, ambientata a Catania, l'attrice è Rita madre di Davide (Davide Capone) che ha tredici anni ed è gay. Il padre del piccolo, Massimo (Vincenzo Amato), non lo accetta. Il film è ispirato alla vita di Fuxia - alias Davide Cordova - drag queen del locale Mucca Assassina di Roma.

Cannes 2014, Micaela Ramazzotti madre coraggio di un gay catanese

"Mi sento di festeggiare per questo film perché - dice Micaela Ramazzotti - secondo me è nato un grandissimo autore, di grande carisma e fascino. Ho fatto poi questo film in un momento particolare, era nata da poco mia figlia e cullavo lei e anche Davide (interpretato da Davide Capone).

"Ho fatto una ricerca sulla vita di Davide Cordova per stabilire quali fatti raccontare - interviene il regista -. Eliminando i fatti estremi ed evidenziando quelli poetici. E' vero ad esempio che la madre era ipovedente e che il padre gli somministrava una cura ormonale che non ha mancato di creare problemi fisici a Davide. Il fatto è che il padre, affatto cattivo, non sapeva gestire un figlio femmina nel profondo meridione d'Europa".

In un film dedicato a Davide, alla musica e a Catania, continua Riso, "va detto che questa città è tollerante ma fino ad un certo punto. Di notte si possono anche vedere delle cose ma di giorno gli omosessuali devono andare a braccetto con la moglie. Secondo me non è cambiato nulla in Italia e neppure in Sicilia. Mostro le viscere della città di Catania, quella che non si vede ne 'Il bell'Antonio'. Catania è una città cinematografica dove ci sono zone poverissime, dove si usa il baratto e dove ci sono dei ragazzi che non sono mai andati al cinema e non conoscono il McDonald. Vi faccio un esempio: via delle Finanze, che è un mondo a parte".

Comunque, conclude Riso, "Verso l'omosessualità ci dovrebbe essere maggiore apertura. Ho raccontato questo film di formazione non mostrando gli abusi, non essendo realista più di tanto, preferendo invece una connotazione poetica". "I miei genitori non hanno visto il film e dunque non so cosa ne penseranno, ma una cosa è certa: gli omosessuali vanno protetti e devono essere amati", dice invece Davide Cordova, l'ispiratore del film, che ora a 48 anni è tornato a vivere in Sicilia.