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"Perhaps all the dragons", alla Triennale Teatro il duo belga Berlin

Doppia presenza a Milano della compagnia tra le più importanti rivelazioni del teatro europeo negli ultimi anni: oltre allo spettacolo celebre in tutto il mondo anche lo spin-off per adolescenti "Remember the dragons"

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Arriva per la prima volta a Milano il duo belga Berlin, con "Perhaps all the dragons...", a Triennale Teatro dell'Arte dal 17 al 20 ottobre.

Lo spettacolo, che ha superato le 600 repliche, prevede una grande struttura ovale sul cui perimetro sono montati 30 schermi e ospita 30 spettatori. Vengono raccontate trenta storie raccolte da Bart Baele e Yves Degryse in diversi Paesi e trasformate in altrettanti monologhi video, inseriti in una costruzione drammaturgica in relazione tra di loro. Il lavoro che ha reso celebre in tutto il mondo la compagnia, sarà seguito da "Remember the dragons" (18-20 ottobre), spin-off del precedente ma dedicato ad un pubblico di adolescenti e ragazzi (dagli 11 anni in su).

"Perhaps all the dragons..." è un eclettico caleidoscopio di colori e di temi disparati (dalle ipotesi filosofiche al dettaglio scientifico fino agli aneddoti). Fondatori della compagnia e ideatori dello spettacolo, i due registi Bart Baele e Yves Degryse hanno incontrato i protagonisti per farsi raccontare personalmente fatti, aneddoti, avventure, insieme agli intrighi e ai pensieri che in essi si nascondono. Tra questi una famosa pianista si rende conto quando è ormai sul palco di aver studiato il concerto sbagliato; un neurochirurgo scambia testa e corpo di due esemplari di scimmie; in Giappone 700.000 persone vivono chiusi nelle loro stanze da letto per almeno un anno, avulsi dalla vita sociale.

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Anche per lo spettacolo "Remember the dragons" al centro della scena si trova l'imponente tavolo ovale nel quale sono “incastonati” i 30 schermi, insieme supporto fisico e collante della drammaturgia. A scorrere di fronte ai trenta giovani spettatori, sospesi tra la realtà e la finzione, sono questa volta altrettante storie eccezionali narrate da giovanissimi protagonisti provenienti da ventuno paesi: c'è la ragazza marocchina che non sente dolore e non ha quasi mai voglia di dormire; il ragazzo danese che vorrebbe diventare donna, o il suo coetaneo sudafricano che di notte traccia enormi cerchi nei campi di grano insieme al nonno senza che nessuno sospetti di lui.

Lo spettacolo è accessibile solo ai giovanissimi, che possono scegliere di farsi accompagnare da uno o più adulti. Vicino alla sala del tavolo ovale c'è infatti una seconda stanza, sorta di mondo parallelo, nei quali i personaggi e le storie raccontate ai ragazzi fanno la loro apparizione a sorpresa, sotto una forma differente. Quando lo spettacolo inizia, giovani e adulti sono separati e ognuno intraprende il proprio viaggio che attinge infine a una dimensione inedita quando le due parti si incontrano nel finale e i pezzi del puzzle finalmente si uniscono...