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Dior: la collezione per lʼinverno 2017-18

Rihanna, Alicia Keys, Rosamund Pike, Eva Herzigova e tante altre star nel parterre.

“Among all the colours, navy blue is the only one which can ever compete with black, it has all the same quality”, scrive Christian Dior in The Little Dictionary of Fashion.

Così Maria Grazia Chiuri, capace di riattivare i diversi codici dell'heritage Dior, come azione trasgressiva e non in chiave feticistica o nostalgica, decide con la sua seconda collezione di prêt-à-porter di esplorare questo colore tanto amato da Dior.
Il blu è la tonalità che ha dipinto il novecento dando profondità emotiva alle opere di artisti come Picasso, Miró, Cezanne, Chagall.

La moda è l'architettura più prossima al corpo, la collezione è una sequenza di abiti che riconnettono emozioni e sentimenti. Memorie. Chiuri trasforma la modellistica del completo Chevrier dall'ampio cappuccio ispirato alle tuniche dei pastori (Haute Couture Automne-Hiver 1949) in una serie di giacche, gonne, vestiti, mantelle, cappotti e piccoli bomber che rieditano la stravaganza del cappuccio delle origini in pezzi plasmati dal'attitudine contemporanea dello sport e dell'uso trasgressivo dei materiali: dal taffetà al velluto al panno spigato delle coperte fino alla maglia. Il blu emblema di potere, bellezza e spiritualità e simbolo cromatico si muove fra il no gender delle divise e l'espressione delle differenze. Sta tra natura e cultura, è il colore dello spirito, del contatto con l'infinito dentro e fuori di noi. Innesta il legame con il mistero della luna, delle stelle comete, dei pianeti che esplodono negli abiti da sera in velluto opulento o sul tulle stratificato che degrada nell'azzurro-grigio dei fiordalisi ricamati. Quello che affascina del blu non sono solo le risonanze emotive ma è anche la sua qualità sociale. Il suo essere trasversale per quanto riguarda generi, età, classi. 
L'altra faccia del blu che veste madonne e re è il workwear, la divisa da lavoro, che si precisa in pantaloni ampi, tute, blusotti e camice dagli azzurri délavé, assolati, a dare nuova identità alla storia del blu dentro la maison Dior. 
Maria Grazia Chiuri si è immersa nella complessità di questo colore. con la complicità della musica blues e delle sue grandi interpreti, come la Nina Simone di Blue Prelude che ci riporta alla qualità femminile di questo colore che unisce, in un continuum inquieto, la profondità del mare con l'infinito della volta celeste.