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WhatsApp, presidi "bannano" le chat dei genitori: troppo maleducati

I gruppi WhatsApp di mamma e papà possono essere luogo di litigi, prepotenze e maleducazione, anche verso gli studenti e i professori: tanto che in alcune scuole i dirigenti scolastici li hanno vietati.

Chi non è inserito in una chat di gruppo su WhatsApp alzi la mano.

Probabilmente non l'alzerà nessuno dato che, più o meno volontariamente, siamo inseriti in numero variabile da 5 a 10 chat sulla nota messaggistica per cellulare. Oltre alle chat tra amici più intimi, ci sono quelle degli amici della palestra, degli amici del weekend, di quelli dell'estate o dei compagni di classe. Di sicuro è un preziosissimo strumento per scambiarsi informazioni importanti ma, a quanto pare, diventa un'arma a doppio taglio se cade nelle mani sbagliate. Almeno per quanto riguarda la scuola. Parliamo proprio delle mamme e dei papà degli studenti, visto che diversi presidi delle varie scuole italiane, infatti, li stanno richiamando all'ordine e stanno iniziando a vietare le chat di gruppo di classe tra genitori! Lo scrive Skuola.net.

SOTTO ACCUSA I GENITORI SU WHATSAPP: MALEDUCATI E PREPOTENTI - Il meccanismo è semplice: i vari genitori si incontrano nel primo consiglio di classe, il più attivo di tutti si incarica di diventare amministratore del gruppo e aggiunge gli altri genitori (e così finirà anche per diventare rappresentante di classe). L'iniziativa, in linea teorica, è lodevole: più semplice avere info sui compiti quando il figlio e malato o mandare semplicemente degli inviti per le feste di compleanno. Ma ci sono anche le controindicazioni: alle volte, per via della maleducazione di mamma e papà, le chat di classe rischiano di avere una pericolosissima risonanza, questioni banali possono diventare problemi gravi perché sempre più membri scrivono senza pensare alle conseguenze. E non si risparmiano insulti a presidi, docenti, genitori e anche alunni.

GENITORI CONTRO STUDENTI E PROF: DIRIGENTI VIETANO LE CHAT - Un caso su tutti viene riportato da LaRepubblica.it: a Milano, dopo un'epidemia di pidocchi a scuola, una mamma ha dato inizio una caccia virtuale al piccolo untore. Come riporta il noto quotidiano, non mancano poi anche giudizi spiacevoli ai docenti, alle volte accusate perfino di favorire alcuni alunni disabili, o frasi pesanti rivolte agli stessi alunni affetti da handicap: lo denunciano, ad esempio, i dirigenti scolastici delle scuole del comprensivo dei quartieri Savena e San Donato di Bologna e del comprensivo del quartiere Japigia di Bari. E poi discussioni, litigi, accuse reciproche da presentare al dirigente con tanto di screenshot di conversazioni comuni. Molti presidi hanno così invitato i genitori a non usare chat di classe, anche se non sarà facile. Intanto, però, agli insegnanti di alcune scuole è stato vietato partecipare alle conversazioni di gruppo via smartphone, come è successo presso l'istituto milanese Giovanni Pascoli, per evitare problemi ancora più gravi. L'unico canale consentito e obbligatorio per le comunicazioni tra insegnanti e genitori è il diario dell'alunno e lo scambio di telefono cellulare ed e-mail è consentito solo tra i docenti e i rappresentanti dei genitori, esclusivamente per le comunicazioni più urgenti.

IL BON TON DEL GRUPPO WHATSAPP - Recuperare un certo bon-ton virtuale è quindi più che necessario, non solo per i figli ma anche, come abbiamo visto, per i genitori, pronti a diventare veri "haters" da social quando si tratta di scuola. Diamo quindi qualche consiglio alle mamme e i papà per evitare problemi e dispiaceri con prof e dirigenti. Ecco un rapido "galateo": - Beghe personali con insegnanti, personale scolastico o altri genitori, a meno che il portarle in pubblico non sia d'aiuto alla classe, andrebbero lasciate ai messaggi privati. - Stop a gattini, frasi del buongiorno, frasi con i cuori e via dicendo. La chat di gruppo non è il profilo Facebook. - Evitare di fare diventare la chat di gruppo una sala d'aspetto di uno studio pediatrico: aggiornare in tempo reale i presenti sul bollettino medico del proprio figlio è decisamente fuori luogo. - Niente sponsorizzazione di attività personali - Evitare di postare le prodezze del proprio bambino sulla neve, in piscina, al mare, a danza che, fondamentalmente, non interessano a nessuno o, al contrario, possono dare adito a pettegolezzi e giudizi (e fanno sentire anche un bel po' a disagio voi figli).