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Test Invalsi 2017, solo uno studente su sette li vuole boicottare

Secondo un sondaggio di Skuola.net cala il numero degli allievi alle prove, la metà dei professori è però favorevole, ma in molti non li considerano un metro di valutazione valido

Test Invalsi 2017, solo uno studente su sette li vuole boicottare - foto 1
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Come ogni anno l'inizio di maggio coincide non solo con l'ultimo mese di scuola.

Perché per gli studenti delle secondo classi delle superiori è anche il momento dei tanto temuti Test Invalsi. Prove di comprensione e ragionamento – in Italiano e Matematica - che non sono mai state ben digerite dai ragazzi e dai loro docenti. Non è un caso che il 9 maggio – giorno della prova nazionale – parte del mondo della scuola abbia deciso di boicottare i Test organizzando manifestazioni e proteste in tutta Italia. Ma dovranno farsene una ragione: dall'anno scolastico 2018/2019 le prove Invalsi diventeranno determinanti per l'accesso all'esame di stato. Ma come stanno vivendo gli studenti – e i loro professori – la vigilia dei Test? Come li giudicano? Qual è il loro atteggiamento? Skuola.net lo ha chiesto a più di 2000 ragazzi delle scuole superiori, alcuni dei quali dovranno sostenere la prova. Ebbene, il 14% degli intervistati (tra quelli che il 9 maggio saranno chiamati a cimentarsi con i test Invalsi) ha detto di voler boicottare il questionario. Un dato in netto calo rispetto allo scorso anno, quando addirittura 1 studente su 4 avrebbe voluto saltare la prova. Segno che la ‘cultura' dell'Invalsi sta lentamente prendendo piede.

Non sempre, però, sono i ragazzi i promotori del boicottaggio. Se, come anticipato, una discreta rappresentanza di studenti farebbe volentieri a meno dei Test, una buona fetta – circa 1 su 4 – si sente appoggiato dai prof, che a loro volta si oppongono a questo sistema di valutazione. Anche se, poi, la metà di quelli che sono in seconda superiore vedono i propri docenti assolutamente a favore dell'Invalsi. E un altro 35% ha detto che gli insegnanti, pur non condividendo la prova, hanno comunque invitato i ragazzi a partecipare. Risulta così marginale la quota di chi sostiene che i professori hanno permesso di non andare a scuola (l'8%) oppure hanno promesso di lasciar copiare durante il test (il 7%).

Ma partecipare agli Invalsi non significa necessariamente crederci. Solo il 21% dei ragazzi convolti considera il Test un buon metodo di valutazione. Il 65%, al contrario, entrerà in classe storcendo la bocca e sostenendo le prove solo perché costretto. La conseguenza è che poco più della metà degli studenti si sta preparando per l'occasione: il 17% ripassando i programmi d'italiano e matematica, il 38% facendosi aiutare dai docenti nella selezione degli argomenti che potrebbero capitare nel test. E gli altri? O si affideranno alla sorte, rispondendo a caso alle domande (farà così, almeno nelle intenzioni, il 35%) oppure cercheranno di copiare direttamente (ci proverà 1 studente su 10).

E i professori? Come giudicheranno le prove? La maggior parte saranno indulgenti, anche quelli che ‘costringeranno' i ragazzi a esserci: il 45% non metterà un voto valido per la media scolastica perché non credono che i quiz rispecchino i programmi e un altro 15% pensa che le prove siano ingiuste. Solo 1 docente su 4 correggerà i test e gli darà un voto ‘vero', comunque vadano, mentre il 17% prenderà in considerazione il voto ai fini della media solo se il risultato sarà stato buono.

I Test Invalsi, però, interessano prima o poi tutti. Quindi ci è sembrato opportuno capire come li vedono anche gli altri studenti. Iniziamo col dire che la metà dei ragazzi delle superiori è contrario alla formula delle prove. E che, stando a quanto raccontato dagli intervistati, in 1 scuola su 3 sono pronti ad organizzare una protesta in concomitanza con l'appuntamento del 9 maggio. In più, quasi 3 su 4 respingono l'ipotesi (che però, ormai, è una certezza) degli Invalsi in quinto superiore: per il 44% non aiutano a valutare le competenze, per il 28% non dovrebbero essere un requisito per l'accesso all'esame di maturità. In molti, invece, sono favorevoli all'introduzione all'interno dell'Invalsi anche di una prova d'inglese: il 45% la ritiene una competenza di base.

E si invertissero i ruoli? Se fossero valutati anche i docenti? Per 2 ragazzi su 3 sarebbe utile anche ai prof, per migliorare il proprio metodo d'insegnamento. Il 43% dei partecipanti al sondaggio ha anche dichiarato di averlo effettivamente svolto un questionario del genere che, per la gran parte di loro, è servito a far emergere meriti e carenze. E se le prove Invalsi servissero a giudicare anche l'operato degli insegnanti? Un terzo degli studenti le affronterebbe sicuramente più volentieri. Un giudizio che dovrebbe avere un focus soprattutto sulla capacità di far appassionare alla propria materia e sul tipo di rapporto che sono riusciti a instaurare con i ragazzi.