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Preparate, brillanti e...sottopagate: ecco a voi le donne italiane

Sono più regolari negli studi, hanno voti più alti, fanno più stage ed esperienze internazionali. Sono le laureate italiane, che in questo 8 marzo hanno poco da festeggiare. Almeno secondo il rapporto AlmaLaurea sulle differenze di genere nel mondo del lavoro.

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istockphoto

A scuola e all'università sono più brave dei maschietti, eppure sul lavoro qualcosa non torna.

Pur dimostrandosi più preparate nel percorso scolastico dei colleghi in pantaloni, le aziende le assumono meno e, quando lo fanno, gli stipendi sono più bassi. Cara ragazza preparati, perché questo potrebbe essere anche il tuo futuro stando alle ultime indagini firmate AlmaDiploma e AlmaLaurea, come riporta Skuola.net.

RAGAZZE VS RAGAZZI A SCUOLA - Partiamo dai banchi di scuola. Stando ai dati, il 36% delle ragazze esce dalle medie con un 9 come voto di diploma contro il 29% dei ragazzi. Alle superiori, il loro voto medio di maturità supera il 78, quello dei maschi rimane intorno al 75. Senza contare che le studentesse possono vantare sul cv più stage e più esperienze internazionali, intraprendono con più facilità percorsi formativi linguistici e conseguono pure una maggior numero di attestati.

BRAVISSIME ALL'UNIVERSITA'…PIU' DI LUI
- E l'università? Il Rapporto 2015 sul Profilo dei diplomati conferma che le donne, a livello di qualsiasi percorso di studi intrapreso, continuano ad avere performance più brillanti rispetto agli uomini, sia in termini di regolarità negli studi che di voti. Tra i laureati del 2014, dove è nettamente più elevata la presenza della componente femminile (60%), la quota delle donne che si laureano in corso è superiore a quanto registrato per i loro colleghi, il 47% contro il 42% degli uomini e il voto medio di laurea, a parità di condizioni, è uguale al 103,1 su 110 per le prime e a 100,8 per i secondi. In più, le ragazze svolgono più tirocini e stage riconosciuti dal loro corso di laurea.

MA NEL MONDO DEL LAVORO….
- L'ottimo CV delle laureate, tuttavia, non facilita la loro situazione, e ancora oggi fanno più fatica dei loro colleghi maschi a realizzarsi professionalmente. Tra i laureati magistrali, a cinque anni dal conseguimento del titolo, le differenze di genere si confermano significative: lavorano 83 donne e 90 uomini su 100. Il lavoro stabile? Prerogativa tutta maschile: può contare su un posto sicuro, ben il 77% degli occupati e il 64% delle occupate. In particolare, ha un contratto a tempo indeterminato il 44,5% delle donne rispetto al 56% degli uomini. Le cose non migliorano se guardiamo alla retribuzione. Tra i laureati magistrali che a cinque anni lavorano a tempo pieno, emerge che i maschietti guadagnano in media 1.597 euro contro i 1.316 delle femminucce. Ciò non cambia anche nei settori dove, in teoria, c'è più richiesta di professionisti brillanti. Tra chi si è laureato in Professioni sanitarie, i maschi a oggi guadagnano in media 1.668 euro al mese, le femmine 1.483. Stessa cosa per Ingegneria: le donne guadagnano in media circa 200 euro mensili in meno degli uomini e con prospettive di un posto fisso più basse. Economia e lauree di area scientifica? Idem: in questo caso non solo restano elevate le differenze occupazionali e contrattuali, ma anche i guadagni restano sempre inferiori: rispettivamente 1.415 euro contro il 1.602 euro e 1.458 contro il 1.653.

PENALIZZATE IN OGNI SETTORE - Nemmeno nei percorsi dove storicamente la presenza femminile è più marcata, come l'insegnamento, l' ambito letterario, psicologico e linguistico le cose vanno tanto meglio. Laddove le differenze a livello retributivo calano, le donne restano comunque penalizzate: hanno meno chance occupazionali dei loro colleghi e pure una minore stabilità. Guardiamo ad esempio a chi lavora nel ramo della psicologia. Qui gli uomini non solo sono più occupati, ma anche più stabili e con guadagni superiori (1.370 euro contro 1.159) delle loro colleghe. Infine, nel solo indirizzo di studio in cui le donne hanno la meglio dal punto di vista occupazionale rispetto ai loro colleghi, quello linguistico, gli uomini possono contare su una maggiore stabilità e stipendi più alti delle donne.