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Morte Cranio Randagio: 1 su 4 partecipa a feste con alcol e droga

La morte del rapper porta alla luce il problema di consumo di alcol e droghe durante feste tra giovani. I dati di Skuola.net dimostrano che questa abitudine è più comune di quanto si pensi

Ancora non è chiaro il motivo che ha portato alla morte Vittorio Bos Andrei, il giovane rapper romano conosciuto nell'ambiente hip-hop col nome d'arte Cranio Randagio.

Anche se gli indizi sembrano tutti portare a un mix letale di alcool e droga che avrebbe stroncato la vita e la carriera di quella che secondo molti addetti ai lavori era una promessa del rap italiano. Per ora si sta cercando di capire la dinamica dei fatti, prima che l'autopsia chiarisca le cause del decesso di Vittorio. “Vado a una festa”, così il rapper aveva salutato la mamma venerdì sera. Poi il silenzio, il telefono che suona senza che nessuno risponda, infine la tragica notizia data direttamente dalla Polizia, come riporta Skuola.net

Un festa privata con tanto alcool (e forse non solo)
Il corpo di Cranio Randagio è stato trovato senza vita la mattina di sabato in una casa in zona Balduina, a Roma. Secondo quanto raccontato dalla madre, che ora accusa i suoi ‘amici' di non aver fatto nulla per salvarlo, Vittorio si sarebbe sentito male dopo una festa piena di eccessi ma nessuno avrebbe compreso la gravità della situazione aspettando l'alba per chiamare i soccorsi, quando ormai non c'era più niente da fare. Nella perquisizione dell'appartamento non sarebbero state trovate sostanze stupefacenti ma qualcuno avrebbe confessato di aver esagerato con l'alcool, e non solo. Un'abitudine molto diffusa tra i ragazzi, come Skuola.net aveva dimostrato in una web survey svolta a marzo su circa 1200 utenti tra i 17 e i 30 anni, quando 1 su 4 degli intervistati ammetteva di partecipare abitualmente a feste dove fosse possibile trovare alcolici e sostanze stupefacenti, anche se solo una parte di loro confessava di averne fatto personalmente uso.

X Factor 9 lo fece conoscere al grande pubblico 
Seguitissimo sui social network, dove postava le sue rime e i suoi video, Cranio Randagio era diventato noto al grande pubblico per aver partecipato a X Factor nel 2015, entrando nella squadra di Mika, che oggi lo ricorda così su Twitter: “Quando incontri qualcuno tanto giovane, non immagini che la sua vita potrebbe finire così presto”. Una carriera lanciatissima quella di Vittorio Bos Andrei: stava per pubblicare il suo primo album, ma aveva giù parecchi fan su Youtube grazie a brani come “Mamma Roma, addio” (che oggi risuona come un testamento morale) e “Petrolio”, rime da cui emergeva il dolore per la scomparsa del padre quando aveva solo 15 anni. "Sono diventato una roccia per non farmi fare male", cantò sul palco di X Factor quando si presentò ai provini. Un personaggio eclettico Cranio Randagio, capigliatura rasta e baffi da hipster; un giramondo che faceva la spola tra Roma e Milano (città che aveva adottato la sua musica); per un periodo aveva vissuto in Australia; aveva anche trovato la voglia e il tempo di laurearsi. Un talento che purtroppo rimarrà inespresso, vivo solo nel cuore di chi aveva imparato ad apprezzarlo già dai sui primi passi verso il successo.