FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Bagarre all'incontro sul cyberbullismo: tutti contro Paolo Ruffini

Lʼattore esagera alla presentazione del manifesto contro la comunicazione ostile. La ministra Fedeli: "Mi sono tappata le orecchie"

Bagarre all'incontro sul cyberbullismo: tutti contro Paolo Ruffini - foto 1
ufficio-stampa-mediaset

All'incontro sul cyberbullismo scoppia il caso Paolo Ruffini.

E' stato l'intervento del noto attore e conduttore televisivo l'unico neo dell'evento organizzato per presentare "Condivido - Il Manifesto della comunicazione non ostile nelle scuole", un progetto educativo promosso da una community di oltre 300 personalità tra giornalisti, docenti e comunicatori, per contrastare la violenza dei linguaggi sui mezzi di informazione. Le sue parolacce hanno scatenato le ire dei presenti, docenti e ragazzi collegati da tutta Italia. Il risultato è stato l'allontanamento dell'attore, che è stato sostituito da un dibattito tra alunni e professori. Ma cosa ha detto Ruffini di tanto forte da portare allo stop al collegamento? Lo racconta Skuola.net.

Le "parolacce" di Ruffini 
La discussione era nata dall'intervento di un ragazzo che, sul palco, avrebbe pronunciato una parolaccia. Di qui, il botta e risposta: "Non fatemi dire parolacce, perché ci sono questi signori in giacca e cravatta che non vogliono dica parolacce - ha detto Ruffini - ma mi sembra assurdo non dirle, perché voi le dite e mettere una distanza tra me e voi mi sembra una stronzata. Chiedo scusa alla suora, al preside e alle istituzioni, al ministro, a tutti, ma fatemi dire le parolacce - ha proseguito - Fatemele dire. Posso dire un'altra cosa? La volgarità non è dire ****, ma la violenza". "Posso dire che ci sono della parolacce tese ad offendere e altre tese a scherzare e quindi a creare empatia? Posso dire che ci sono dei politici che hanno un linguaggio ben peggiore e non dicono mai ****?".


Ruffini rimproverato
“Le sue parole mi sembrano fuori luogo – ha commentato l'assessora all'Istruzione del Friuli Venezia Giulia, Loredana Panaritiperché se vogliamo fare un passo avanti non possiamo esprimerci in questo modo. C'è una relazione tra le parole e gli atti: non tutte le parole portano agli atti, ma tutti gli atti sono preceduti da parole. Anche quest'esperienza farà capire ai nostri ragazzi che le parole sono importanti”. Presente all'evento anche la ministra dell'Istruzione, Valeria Fedeli, che ha espresso perplessità per quanto accaduto: "Quando diceva parolacce mi tappavo le orecchie". "Il sistema educativo e formativo - ha aggiunto - è decisivo se vogliamo davvero cambiare i modi con cui dialoghiamo, ci relazioniamo, ci informiamo, superando parole d'odio, diffusione delle fake news, cyberbullismo".

Paolo Ruffini smorza i toni su Facebook - "C'è chi vede solo quello che ha voglia di vedere. Durante l'incontro ci sono stati momenti di confronto e di scambio preziosi. Le parole usate, importanti, hanno permesso di stabilire un clima di fiducia e condivisione. Per me le parolacce sono "odio", "omofobia", "intolleranza". Queste sono le parolacce da condannare. Il resto è ipocrisia", ha scritto su Facebook l'attore spiegando le ragioni del suo comportamento.


Il manifesto della comunicazione non ostile
La polemica con Ruffini ha oscurato il vero motivo dell'evento, la diffusione del "Manifesto della comunicazione non ostile". L'iniziativa contro il cyberbullismo, promossa dalla Università Cattolica del Sacro Cuore e dall'Osservatorio Giovani dell'Istituto Toniolo, in dieci principi si propone di contrastare l'hate speech, soprattutto tra i ragazzi.

Ecco i dieci punti del Manifesto:

1) Virtuale è reale - Dico o scrivo in rete solo cose che ho il coraggio di dire di persona
2) Si è ciò che si comunica - Le parole che scelgo raccontano la persona che sono: mi rappresentano
3) Le parole danno forma al pensiero - Mi prendo tutto il tempo necessario a esprimere al meglio quel che penso
4) Prima di parlare bisogna ascoltare -  Nessuno ha sempre ragione, neanche io. Ascolto con onestà e apertura
5) Le parole sono un ponte - Scelgo le parole per comprendere, farmi capire, avvicinarmi agli altri
6) Le parole hanno conseguenze - So che ogni mia parola può avere conseguenze, piccole o grandi
7) Condividere è una responsabilità - Condivido testi e immagini solo dopo averi letti, valutati, compresi
8) Le idee si possono discutere, le persone si devono rispettare - Non trasformo chi sostiene opinioni che non condivido in un nemico da annientare
9) Gli insulti non sono argomenti - Non accetto insulti e aggressività, nemmeno a favore della mia tesi.
10) Anche il silenzio comunica - Quando la scelta migliore è tacere, taccio.