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Uomo paralizzato muove il braccio bionico con il pensiero (e un chip)

Lʼesperimento del California Institute of Technology registra i primi successi. Erik Sorto è riuscito a prendere una birra e a berla da solo

Uomo paralizzato con braccio bionico
da-video

Erik Soto aveva 21 anni quando è stato vittima di una sparatoria. Da quel momento, per una lesione alla spina dorsale, è immobilizzato dal collo in sotto. Dipendente dagli altri per i gesti più semplici, almeno fino a pochi giorni fa. Già, perché ora, a undici anni di distanza e grazie a uno studio del California Institute of Technology, riesce a controllare un braccio bionico sfruttando il pensiero. Così per bere un bicchiere d'acqua non deve più chiedere a nessuno.

Come mostra il video diffuso da Popular Mechanics, Erik riesce a controllare il braccio meccanico attraverso due minuscoli chip di silicio che ricevono i suoi impulsi cerebrali e li trasferiscono a un computer esterno. Decifrate tramite un algoritmo, le intenzioni di Erik vengono poi trasmesse all'arto bionico. Un progresso della tecnica che apre ulteriori, interessanti sviluppi futuri.

La diversità fondamentale dei suoi chip è data dalla loro collocazione: essi non sono posizionati, come di solito avviene, nella zona del cervello che controlla direttamente i movimenti, ma nella corteccia parietale posteriore. Questa regione ha un ruolo fondamentale nel pianificare i nostri gesti prima che essi vengano effettivamente compiuti. Per questo non è sbagliato dire che muova il braccio con il pensiero.

Secondo alcuni studiosi, l'esperimento potrebbe rappresentare il primo passo verso un vero e proprio uomo bionico: così saremmo in grado di controllare macchine esterne a noi, come i computer, sfruttando il solo cervello. Le barriere da superare, però, sono ancora tante. I chip, infatti, sono collegati direttamente all'esterno tramite dei fili, e questo moltiplica il rischio di infezioni.