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Dilaga in Italia la "sindrome da spogliatoio": boom richieste allungamento pene

La Società di chirurgia genitale parla di una domanda cresciuta del 20%. E si è anche abbassata lʼetà media

matteo renzi, angela merkel
-afp

Il rapporto che gli uomini hanno coi propri genitali sta diventando sempre più problematico.

Ad avvalorare questa affermazione sono gli stessi chirurghi che "denunciano" una esplosione nelle domande di allungamento o ingrandimento del pene. Un intervento che nel 2014 ha registrato un +20%. E sorprende l'età dei potenziali pazienti: giovani fra i 18 e i 35 anni, con una preparazione culturale medio-alta e di estrazione sociale varia.

Migliorare un rapporto in crisi, superare le difficoltà collegate a una malattia o aumentare la propria autostima intaccata dall'ormai nota "sindrome da spogliatoio" sono tra le ragioni che spingono gli uomini a rivolgersi al chirurgo per chiedere l'allungamento del pene.

Ad inquadrare il fenomeno è Giovanni Alei, direttore del Centro di chirurgia genitale maschile del Policlinico Umberto I di Roma e presidente della Società Italiana di Chirurgia Genitale Maschile (Sicgem) in occasione dell'incontro "Salute sessuale maschile: La nuova chirurgia mininvasiva e correttiva".

Le tecnice utilizzate -

Per quanto riguarda l'allungamento, nel Centro dell'Umberto I, spiega Alei, "viene adottata la metodica che prevede l'inserimento di un distanziatore in silicone fra pube e base del pene, che ben si adatta alle caratteristiche anatomiche del paziente. Per l'ingrandimento, il problema riscontrato nelle tecniche tradizionali è legato al grasso utilizzato. I pazienti in questo caso avvertono la sensazione di avere una sorta di strato di gommapiuma, tra la cute e i corpi cavernosi. Al Policlinico si è cominciato ad usare invece il derma umano e suino liofilizzati ottenendo ottimi risultati".

Un aumento del 25-30%

- Le tecniche più attuali, conclude l'esperto, "consentono aumenti di dimensione intorno al 25-30%, restituendo sicurezza per intraprendere una vita di relazione normale". Ad oggi, rileva Alei, "abbiamo operato più di 500 pazienti per allungamento o ingrandimento del pene".

Il bisturi non solo per "estetica"

- Ma gli interventi effettuati sono anche di altri tipi: si interviene con la chirurgia, ad esempio, anche per gli incurvamenti del pene congeniti o acquisiti o per il varicocele, una delle patologie genitali maschili più note e la prima causa di infertilità per gli uomini italiani. Il problema però, conclude lo specialista, "è che solo da pochi anni le patologie e i disturbi legati all'apparato riproduttivo maschile godono della giusta attenzione da parte dell'opinione pubblica e degli stessi pazienti. Forse - conclude - a causa di eccessivo pudore o scarsa informazione, gli uomini anche in età matura trascurano questa parte del corpo". Una barriera, è il monito degli esperti, che va superata.