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Cibo scaduto sulla tavola di un anziano su tre: rischi per la salute

A rivelarlo uno studio dellʼUniversità Cattolica: solo il 15,4% si rivolge al medico per avere consigli sulla nutrizione, mentre la fonte di informazione principale è la tv

anziani spesa cibo
dal-web

Un anziano su tre si alimenta male e mangia cibo scaduto, con potenziali effetti anche gravi per la salute fisica e mentale. A rivelarlo è uno studio dell'Università Cattolica di Roma che ha coinvolto 200 anziani di età media 74 anni. Dai risultati è emerso che solo il 15,4% dei soggetti esaminati si rivolge al medico di famiglia per avere consigli sulla nutrizione, mentre la fonte di informazione principale è la televisione.

"Le carenze nutrizionali e una non corretta alimentazione associate a una ridotta attività fisica - ha spiegato Francesco Landi, docente del dipartimento di Geriatria - possono essere causa di insorgenza della fragilità fisica e cognitiva durante l'invecchiamento".

Cibo scaduto: i rischi per la salute - Cosa succede se si mangia cibo scaduto? Innanzitutto dipende dalla tipologia dell'alimento, con verdure, carne, latte e uova in pole position per pericolosità oltre la data di scadenza. Quest'ultima può essere presentata tramite due diciture: "da consumarsi preferibilmente entro il" oppure "da consumarsi entro il". Nel primo caso il consumatore può decidere se mangiare o meno un alimento che potrebbe non avere più le caratteristiche iniziali, ma che in ogni caso non comporta rischi per la salute. La scadenza tassativa, invece, deve essere rispettata per evitare rischi collaterali anche gravi.

Riconoscere i sintomi - Dopo aver ingerito cibo scaduto, alcuni sintomi risultano più allarmanti di altri. Mentre mal di pancia e malessere diffuso risultano tendenzialmente innocui, Vomito, dissenteria, nausea e febbre alta possono manifestare la presenza di contaminazione da parte di batteri, funghi o virus. Nel primo caso è sufficiente bere molta acqua, mentre nel secondo si deve procedere a combattere l'infiammazione, che di solito si risolve nell'arco di 8-10 ore. In casi più gravi occorre rivolgersi alla guardia medica o al pronto soccorso.