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La circoncisione è uno scudo contro l'Hiv

Una difesa dalle aggressioni dei microrganismi, anche da quelle del virus causa dellʼAids

Ansa

La circoncisione ridurrebbe del 50-60% le possibilità di contrarre un'infezione, compresa quella da Hiv, il virus responsabile dell'Aids. Lo sostiene una ricerca condotta dal Translational Genomics Research Institute con la George Washington University e pubblicata su mBio dell'American society for microbiology.

Lo studio - La ricerca aggiunge un'ulteriore conferma alla grande mole di studi sul tema. Dai risultati è emerso che la circoncisione è in grado di modificare la flora batterica del glande, ossia l'estremità del pene.
I ricercatori hanno analizzato la flora batterica sotto il prepuzio, cioè la pelle che ricopre il glande, rimossa quando si pratica una circoncisione, e hanno osservato che le popolazioni batteriche subiscono una radicale modifica dopo l'operazione.

Gli scienziati hanno constatato che, a distanza di dodici mesi dalla circoncisione, la carica batterica complessiva sul glande si riduce e che gli organismi anaerobi (quelli che vivono in ambienti con poco o senza ossigeno) diminuiscono mentre aumentano, anche se di poco, quelli aerobi, cioè quelli che hanno bisogno di ossigeno per vivere e moltiplicarsi.

La rimozione del prepuzio, dunque, aumenta la presenza di ossigeno e riduce i livelli di umidità in questa zona anatomica creando una sorta di scudo contro le aggressioni dei microrganismi, tra cui anche il virus dell'Hiv.

Gli studiosi precisano, però, che sono necessari ulteriori studi per garantire una conferma dell'efficacia dell'operazione in termini di prevenzione, sebbene parziale, del contagio di Hiv.