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L'ormone del risveglio rende felici

Oltre a farci aprire gli occhi, aumenta quando svolgiamo attività piacevoli

Afp

L'ormone che ci sveglia, detto orexina o ipocretina, regola anche la nostra felicità. L'assenza di questa sostanza anti-sonno potrebbe essere legata all'insorgenza della depressione. La scoperta è della Los Angeles University ed è stata pubblicata su Nature Communications. E' emerso che il livello di ipocretina sale quando facciamo esperienze positive e quando ci sentiamo felici mentre scende in situazioni stressanti e deprimenti.

Cos'è l'orexina - L'ormone della veglia è stato scoperto poco più di dieci anni fa in relazione alla narcolessia, malattia invalidante che provoca in chi ne soffre momenti improvvisi di sonno profondo a qualunque ora del giorno. I pazienti che non producono l'ormone sono molto più a rischio di depressione rispetto alla popolazione generale.
Inoltre, già in studi precedenti su cani, si era osservato che la concentrazione di orexina sale quando l'animale fa qualcosa di piacevole come una corsa in un parco, e scende quando fa qualcosa di stressante come camminare su un tapis roulant. Peraltro, i malati di narcolessia soffrono anche di un altro disturbo, la cataplessia, ovvero una condizione che causa una perdita del tono muscolare e svenimento solitamente provocati da forti emozioni come riso e gioia.

Lo studio - Partendo da tutti questi indizi, i ricercatori hanno studiato i flussi cerebrali di orexina durante le 24 ore in un gruppo di soggetti e ha così rilevato che l'ormone non solo aumenta al risveglio e si riduce all'ora di andare a dormire, ma che la sua concentrazione si impenna quando il soggetto fa esperienza di qualcosa di gioioso e diminuisce quando è stressato o prova dolore.

Il farmaco anti-insonnia - Ci sono implicazioni pratiche importanti non solo per chi soffre di narcolessia (la malattia del sonno), ma anche perché è in via di approvazione negli Stati Uniti un farmaco anti-insonnia che agisce proprio disattivando l'orexina.  Per Jerome Siegel, coordinatore della ricerca, alla luce di questi esiti, bisogna prestare la massima attenzione agli eventuali effetti avversi di un simile farmaco, che potrebbe favorire un disturbo depressivo in chi lo assume.

Anche se l'azienda che ha messo a punto il medicinale, la Merck, ha rassicurato in merito, secondo Siegel bisognerebbe usare cautela perché spesso gli effetti collaterali di un medicinale si scoprono solo nel lungo termine.