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Meno carie con gomme allo xilitolo

Rischi ridotti dellʼ82 per cento se si masticano chewing gum con la sostanza per cinque mesi

Getty

Si possono ridurre i rischi di sviluppare carie dell'82 per cento masticando chewing gum contenenti xilitolo. Lo dimostra uno studio condotto dall'Università di Milano in collaborazione con il proprio Centro Oms per l'Epidemiologia e l'Istituto di Clinica Odontoiatrica dell'Università di Sassari. I risultati sono pubblicati su Clinical Oral Investigation.

La ricerca - Il test è stato portato avanti su 176 bambini delle scuole elementari di Sassari, di età compresa fra i 7 e i 9 anni, ad alto rischio di carie, con alta concentrazione di streptococchi mutans (i principali batteri della carie) sono stati divisi in due gruppi. Al primo è stato richiesto di masticare, cinque volte al giorno per sei mesi, un chewing gum allo xilitolo (dolcificante sostitutivo dello zucchero). All'altro è stato richiesto di masticare una gomma analoga, senza zucchero ma priva di xilitolo.

Terminati i sei mesi, la prevenzione della carie è stata affidata ai singoli, mediante l'uso di spazzolino e dentifricio al fluoro. Ma dopo due anni, tempo sufficiente per lo sviluppo della carie, i bambini sono stati richiamati per la visita finale.

Nel gruppo di controllo, il 16,6% dei bambini aveva nuove carie allo smalto (superficiali) dei denti, mentre per il gruppo che aveva assunto xilitolo questo valore era del 2,86%. Inoltre, il 10,26% dei bambini del gruppo di controllo aveva nuove lesioni cariose (più profonde), mentre nel gruppo xilitolo il dato era dell'1,43%.

La carie nel nostro Paese - La carie colpisce in Italia il 60% della popolazione compresa fra 35 e 40 anni e si manifesta nell'80% dei soggetti tra i 19 e i 25 anni, secondo Michele Nardone, dirigente medico della sanità pubblica del Ministero della Salute.

Laura Strohmenger, coordinatrice dello studio, ricorda, però, che troppi bambini ricevono gli streptococchi mutans direttamente dalla madre alla nascita e durante lo svezzamento, per cui "la prima prevenzione deve farla la mamma, in modo da non trasmettere questi batteri al neonato nemmeno quando assaggia la pappa".