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Lazio, emergenza arsenico in acqua

A secco 650mila residenti. LʼOms: "Quello contenuto in cibi e bevande può causare il cancro"

Afp

Acqua avvelenata in più di sessanta comuni laziali. Circa 650mila persone non potranno bere dai rubinetti di casa a causa dell'alta concentrazione di arsenico. Ma non potranno neanche cucinare o lavarsi i denti. Tra l'altro, proprio in questi giorni l'Organizzazione mondiale della sanità ha lanciato un allarme dal proprio sito per mettere in guardia sulla pericolosità dell'arsenico contenuto in acqua e cibo.

Dal primo gennaio è stata dichiarata non potabile l'acqua corrente in 67 comuni del Lazio. Inoltre, altri venti paesi laziali, per 150 mila abitanti, rimarranno a secco a causa della presenza di fluoruri superiore a 1,5 microgrammi/litro. Sebbene in proporzioni minori, il problema arsenico si registra anche in Lombardia (6 comuni, 24mila abitanti), Toscana (13 comuni, 71mila abitanti) e in Trentino Aldo Adige (3 comuni, 27mila abitanti).

L'Unione Europea, dal 2001 in poi, ha concesso all'Italia una serie di proroghe per far scendere al di sotto dei 10 microgrammi/litro l'arsenico nei propri acquedotti.

La patata bollente passa in mano ai sindaci i quali dovrebbero garantire almeno 6 litri di acqua potabile al giorno ai loro cittadini. Molti di loro, però, hanno già comunicato alle prefetture e alle Asl di non avere né i fondi né i mezzi tecnici per adempiere all'obbligo.

In questa situazione, come segnalano i Medici per l'ambiente, è probabile che le fasce più deboli della popolazione decidano di violare il divieto, con gravi rischi per la salute.

L'Oms: "Arsenico causa di cancro e patologie cardiovascolari"
Dal proprio sito, l'Organizzazione mondiale della sanità fa sapere che un'esposizione prolungata nel tempo all'arsenico contenuto nell'acqua e nel cibo può causare cancro, lesioni cutanee, malattie cardiovascolari, effetti sullo sviluppo, danni al sistema nervoso e diabete. La principale minaccia per la salute pubblica deriva dalle falde acquifere contaminate. Quindi bere acqua, mangiare cibo preparato e coltivazioni irrigate con acqua ricca di arsenico può causare un avvelenamento cronico, le cui manifestazioni più tipiche sono le lesioni cutanee e il cancro della pelle.

I sintomi immediati di un avvelenamento acuto sono vomito, dolore addominale e diarrea, seguiti da torpore, formicolii, crampi e morte nei casi più estremi.

Gli effetti invece di un'esposizione prolungata nel tempo di almeno cinque anni, attraverso l'acqua potabile e il cibo, avverte l'Oms, iniziano dalla pelle, con cambiamenti nella pigmentazione, lesioni cutanee sulle palme delle mani e le piante dei piedi e possono essere precursori di un cancro alla pelle.