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Nemicamatissima, un'overdose di nostalgia

TELEBESTIARIO di Francesco Specchia

Quando si dice metterci la faccia.

"La incontro ogni mattina davanti allo specchio e ci parlo. Ma non l'ho mai tradita, la conosco troppo bene...". Il monologo di Heather Parisi a "Nemicamatissima" (Raiuno, venerdì e sabato, prima time) sulla vecchiaia stinta nelle rughe del volto, conferma che, dopo i 40 anni, ognuno ha la faccia che si merita. E quella di Heather, screziata dal tempo, era una bella faccia onesta. E quel monologo, interrotto da applausi e da una scaletta gonfia di polemiche (Parisi s'è sfogata su Facebook dicendo d'essersi "sentita un'ospite" della co-conduttrice Lorella Cuccarini) è risultato uno dei punti di forza di uno show stroboscopico, e dalla sceneggiatura densa di nostalgia.

Ma pure di buchi narrativi. Non entro nelle polemiche del dopo la trasmissione tra Heather e Lorella: sarebbe come dover scegliere tra Mina e la Carrà, ed oltre che stupido sarebbe inelegante. Ma la prima puntata dello show, onestamente, per i primi 40 minuti mi aveva ipnotizzato. C'era Lorella che, superati i cinquanta, era più bella e brava di vent'anni prima: addominali che neanche Madonna e un'estensione vocale che svettava da La notte vola a Grease ; e poi la Parisi che evocava tutti i suoi best hit, tutte le Cicale, Ti rockerò e Crisù del mondo; e poi i sorrisi, i (pochi) duetti, la grinta, i comici pleonastici alla Lillo e Greg, Vecchioni e il sogno, quelle robe lì, insomma. Tutto brillava. Certo, tutto era anche un deja vu. Ma il cuore batteva della nostalgia della mia adolescenza.

Cuccarini e Parisi riempivano palco e lacune di uno spettacolo costruito pericolosamente solo per un pubblico over 40. Al punto che i miei amici e la mia compagna -rigorosamente under 40- non ritrovavano nelle siglette di Fantastico la stessa prepotenza intellettuale che vi scorgevo io. Naturalmente avevano ragione loro: Io ballero non è Leonard Cohen. Però la presenza scenica delle due ex ragazze falsava il mio giudizio.

Giudizio che s'è modificato nella seconda puntata: solita musica, soliti balletti, solita nostalgia; ma nessuna traccia di un fil rouge narrativo, di un bravo conduttore che cucisse le parti noiose scritte da autori svogliati, di un germe di quello che doveva essere un «Saturday Night Life al femminile», ed è stata la solita, luccicante carrambata. Share al 20% nella prima puntata, al 17% nella seconda. Una volta basta e avanza...