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Le teche Rai nel sublime nulla del Molleggiato

TELEBESTIARIO di Francesco Specchia

Le teche Rai nel sublime nulla del Molleggiato - foto 1
-olycom

«Sai ballare?...» gli chiede Lola Falana - danzatrice sexyssima, Venere nera dall'ombelico nudo ed ipnotico, che di lì a poco conquisterà un Golden Globe - con fare altezzoso.

Ma sì che sa ballare. Ed ecco che il Molleggiato, sguardo stizzito, comincia, appunto, a moleggiare sulla sua anca a metà fra John Wayne e il David di Michelangelo. Musica, rock. Falana che esplode in passo doppio. Poi rieccolo, il Molleggiato, in studio, col Clan - Santercole e Don Backy sullo sfondo - a cantare una versione del "Ragazzo della via Gluck" che alterna a quella più nota, tra i palazzoni della periferia milanese. E, di nuovo, rieccolo in un brano ecosolidale ante litteram, "L'unica chance" («Quel che ci conviene ormai è di non mangiare più/Non c'è scampo ormai per noi è inquinato anche il menù»).

Eppoi, ancora, riappare in una surreale intervista a se stesso, appena trentenne; e a spalle ricurve, ultrasettantenne, sussurando Io non so parlare d'amore; e a leggere la mano a Mina; e in versione Jerry Lewis nel debutto del 1959. Un turbinio d'immagini assale lo spettatore del Techetecheté (Raiuno, sabato, preserale) dedicato agli 80 anni di Adriano Celentano.

La televisione tutta -Canale 5 con Rock Politik, gli Speciali Rai, i film- ha giustamente omaggiato la sua eterna gallina dalle uova d'oro. Nell'euforia collettiva per Adriano, perfino un parroco, a Imperia ha chiuso la messa intonando Azzurro. Io, da ragazzino, impazzivo per Celentano. Era un guascone toccato dalla grazia, una specie di Fonzie che sapeva cantare. Il mio imprintig del Molleggiato è quello del duetto con Don Backy, vestiti da fraticelli, che rockeggiano La carità nel film Il monaco di Monza con Totò. È il mio imprinting celentanesco, ma ognuno -come per i film di John Ford- può scegliersi il proprio. Vedendo scorrere le immagini di repertorio dalle sterminate teche della Rai, ha provato, ad analizzare il fenomeno. Tra l'altro, osservato in montaggi ritmatissimi -senza le sue leggendarie pause, interstizi del nulla- , il Celentano in biancoenero mostra una freschezza straordinaria. Ma mi sfugge ancora, dopo lustri, il segreto del suo successo. Lola Falana è andata, Adriano è rimasto...