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Colors, un programma assai grigio

TELEBESTIARIO di Francesco Specchia

Amedeo Umberto Sebastiani da Verona in arte Amadeus, perennemente avvolto nel fard e nella risata degli spiriti semplici, è uno di quei conduttori - come Magalli o Frizzi - che ormai, da anni, fa pendant con le mura della Rai.

Di Amadeus non ricordi precisamente la vita e le opere; ma sai che è lì, come un vecchio zio lasciato nei giardinetti di viale Mazzini, pronto ad esser richiamato per dare fiducia ai programmi "sperimentali" di pomeriggio o mezza sera.

Ecco. Stavolta gli hanno affibbiato "Colors" (Raiuno da lunedì, ore 14.05), un game-show in cui si sperimenta il nulla in fase postprandiale. "Ama" gongola e ammicca presentando i suoi concorrenti, di solito coppie sposate o conviventi costrette a stiracchiati sorrisi di fronte alle sue battute non originalissime, tipo: "Chi porta i pantaloni in famiglia? Lei immagino, eh...?" rivolto al marito il quale, purtroppo non ha a portata di mano un kalashnikov. Dopodichè spinge le coppie a giochini fru fru, come indovinare un vocabolo da un'intera espressione (e lì si palesano assurdità semantiche tipo «Buoni questi biscotti, sono perfetti per il nostro “barbo”») ; o come ricavare una parola di cui si hanno solo le vocali (per esempio, da "Periatto" s'è tirato fuori "merletto", "maradona" e "maramaldo", e giuro non ho capito in che modo...); o come azzeccare il titolo e l'interprete di una canzone da una frase. Diciamo attimi di spicciola cultura pop inalati per aereosol, mescolati alle atmosfere del vecchio Reazione a catena, altro cavallo di battaglia sempre di Amadeus.

Mi dicono che l'idea dei dirigenti di Raiuno dovrebbe essere quella di distogliere l'attenzione del pubblico storico delle soap, e, nel contempo, catturare i giovani che seguono «Ama». Vorrei tanto conoscere la categoria dei giovani che seguono «Ama», quest'orda di fanatici che impazziscono per gli urli e gli occhi strabuzzati del conduttore il quale vede il mondo con quel che Elemire Zolla chiamava «lo stupore infantile». Ma tant'è. Colors, nonostante l'ammuina di «Ama», è un programma d'inutile grigiore, senza tempo e connotazione (potrebbe essere stato prodotto 10, 20, 30 anni fa), che di colorato ha soltanto la scenografia. Amadeus lo preferisco in radio, a Rtl o truccato a "Tale e quale". Dove emergono le voci e non si vedono le facce...