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Neutrini, Cern vs Einstein: chi avrà ragione?

Di Lorenzo Panzeri

Ap/Lapresse

Albert Einstein può continuare a sorridere, almeno fino a maggio.

La sua teoria che non ci fosse nulla nell'universo in grado di superare la velocità della luce era stata inizialmente messa in discussione dall'esperimento Opera, eseguito al Cern di Ginevra. Gli ormai noti neutrini sparati da Ginevra al Gran Sasso, infatti, sembrava avessero infranto il limite dei 300 km/s. Sembrava, perché ora la ricerca viene notevolmente ridimensionata e quei 60 nanosecondi in più tornano in discussione, tanto che l'esperimento va rifatto.

COME MAI I RISULTATI SONO STATI MESSI IN DISCUSSIONE?
La decisione di ripetere l'esperimento in maggio è stata presa in conseguenza della scoperta di due anomalie che potrebbero avere influenzato le misure sulla velocità dei neutrini. "Entrambi - dichiara Opera in una nota - richiedono ulteriori test". Potrebbe accadere che l'entità dell'effetto misurato nel settembre scorso aumenti. L'altra opzione è che i neutrini potrebbero risultare più lenti. Tutto da rifare insomma. Non resta che aspettare maggio e allora sapremo se sarà il Cern a smentire Einstein o accadrà l'opposto.

E' VERO CHE FIN DA SUBITO IL CERN ERA STATO CAUTO?
Assolutamente sì. Gli stessi ricercatori erano stati i primi a raccomandare prudenza nell'interpretazione dei dati e fin dall'inizio avevano fatto presente la necessità di vedere il risultato replicato in nuovi esperimenti, ripetuti sia nei Laboratori del Gran Sasso, sia negli Stati Uniti (con i fasci di neutrini prodotti dal Fermilab di Chicago e inviati per 730 chilometri al rivelatore dell'esperimento Minos) sia in Giappone (con l'esperimento T2K). L'ultimo parola arriverà dunque non dopo la riproposizione al Cern, ma quando saranno conclusi anche gli esperimenti in Stati Uniti e Giappone.

"SUI NEUTRINI NON ERO SOLO IO A SBAGLIARE", A CHI APPARTIENE LA FRASE?
Ma ovviamente a lei, all'ex ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini, che su Twitter ha scritto: "Vicenda neutrini: avevo il sospetto di aver manifestato un entusiasmo eccessivo... Ora mi consolo: non ero solo io a sbagliare...". Magra consolazione, visto che l'allora ministro della Pubblica Istruzione, dopo aver espresso il suo plauso allo straordinario risultato, aveva aggiunto: "Alla costruzione del tunnel tra il Cern ed i laboratori del Gran Sasso, attraverso il quale si è svolto l'esperimento, l'Italia ha contribuito con uno stanziamento stimabile intorno ai 45 milioni di euro". Peccato - soprattutto peccato per lei - che un simile tunnel non esista proprio (e mai esisterà).

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