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A "Jazz Meeting" Danilo Rea

Tgcom24 incontra il celebre pianista

gino paoli danilo rea
ufficio-stampa

Un pubblico in delirio ha tributato la standing ovation a "Umbria Jazz" a Ramin Bahrami e Danilo Rea, per l'anteprima mondiale del progetto "...IN BACH?", un concerto dedicato alla produzione per tastiera meno conosciuta del compositore tedesco, le cui opere occupano una posizione di assoluto rilievo nella storia della musica. La produzione di Bach si pone ancora oggi come un momento centrale della cultura musicale occidentale. Le incertezze cronologiche non fanno che rendere più affascinante la costruzione di percorsi di scoperta e ascolto sempre nuovi, dai molti possibili profili.

Danilo Rea, ospite questa settimana a "Jazz Meeting", colpito dalla risposta di un pubblico attento ed esigente come quello di "Umbria Jazz". "La risposta del pubblico, dopo il nostro concerto a Perugia - spiega il pianista -, è stata a dir poco commovente, i commenti entusiasti al progetto ci hanno particolarmente colpito. L'idea di improvvisare su Bach con due pianoforti era qualcosa che non era mai stato fatto. In particolare abbiamo deciso di affrontare un repertorio meno noto del Maestro di Lipsia, con composizioni che in alcuni casi sono solo attribuite a lui, non è certo quindi che siano effettivamente state concepite da Bach".

E' presto secondo te per pensare alla realizzazione di un disco?
Non mi sento di escludere che in futuro possa nascere anche un disco, anche se al momento ciò è prematuro perché vorremmo dedicarci, visto anche il calore del pubblico a Perugia, ai concerti. La nostra scelta è caduta su Bach, perché Ramin Bahrami è uno dei massimi interpreti di questo compositore, ha una freschezza nel suonare i brani che spesso manca nella musica classica. E' estremante rigoroso, ma ha avuto il merito di aver fatto conoscere Bach anche ai giovani. Per quanto mi riguarda posso dire di essere soddisfatto, dal momento che sono riuscito a riavvicinami alla musica classica, facendo leva sull'improvvisazione jazzistica. Ad aiutarmi anche il fatto di essere un docente di Conservatorio, per questo ho cercato di far convivere nel mio modo di suonare, sia l'anima classica che quella jazzistica. Ora andremo al Festival di Ravello, dove il pubblico è abituato ad ascoltare soprattutto musica classica. Per me è una sfida per certi versi avvincente: portare il jazz in una location così suggestiva, con lo scopo di ringiovanire il pubblico , che sia per quanto riguarda il jazz e la classica, ha spesso une media di età alta.

Il concerto a Ravello si terrà il prossimo 7 agosto, dalle 21.45 a Villa Rufolo.