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L'addio senza sorriso della spiazzante Licia Colò

Telebestiario di Francesco Specchia

Specchia Francesco
ufficio-stampa

Alle falde del Kilimangiaro (Raitre , domenica ore 15) col suo cazzeggio, coi suoi spettatori che danno l'impressione di piccoli Bruce Chatwin briosi -zaino in spalla e Lonely Planet in saccoccia- è il miglior programma di viaggio della tv.

Anche perché è l'unico rimasto. Gli altri o sono markette spudorate o servono a far villeggiare all'estero i conduttori a spese dell'emittente. Blady/Roversi o Benedetta Mazzini su questa formuletta spiazzante - io viaggio, tu paghi - ci han campato assai.

Da 15 anni al Kilimangiaro c'era Licia Colò, buona conduttrice dal sorriso contagioso: Licia, come spesso accade in tv, a forza di sorrisi, aveva pure monopolizzato tutti gli spazi dell'immaginaria sezione (solo all'apparenza di nicchia) ecologia-ambiente-animali con i programmi più disparati: King Kong, Cominciamo bene, Nati Liberi, ecc.. E sta bene.

Se una è brava, e fa un buon 8% è giusto che stia sul mercato. Ma è anche legittimo che il mercato faccia altre scelte. Qui il mercato, sotto forma del direttore di Raitre Vianello, che voleva "rinnovare il programma", ha deciso di liquidare Licia e sostituirla con un'altra conduttrice, Camila Raznovich, e un'altra formula. Non so se sia bene o male. E so che è durissima smettere di girellare il globo, pagati. E, magari, qui sotto scorrono frizioni personali e contrattuali. Ma le scelte editoriali sono come le sentenze dei giudici: si rispettano. Perciò trovo strano che la tenera Licia abbia assalito alla gola il già provato Vianello, imputandogli il fatto di aver reso il Kilimangiaro una passerella "per le vacanze dei vip". Lo trovo strano perché, se ben ricordo, proprio al Kilimangiaro del 2010, pre-Vianello, Licia mandò in onda le vacanze di Aldo Montano e Antonella Mosetti.

E proprio al Kilimangiaro del 2011 Licia "per far chiarezza sul mondo arabo" invitò in prime time Lilli Gruber, nota esperta del mondo arabo, che rivelava che "in Iran ci sono gli sciti, in Arabia i sunniti"; assieme al di lei marito Jacques Charmelot che mostrava la copertina di Kerbala, suo romanzo fondamentale "ambientato nel mondo arabo", appunto. Un makettone micidiale. Ma col sorriso. Lo stesso che pensavo opponesse, anche stavolta, senza polemiche, la prodigiosa Colò...