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"Cyrano", troppi scherzi di cuore fanno male all'audience

TELEBESTIARIO di Francesco Specchia

ansa

Massimo Gramellini – che io preferisco nella prima versione satirica - grazie a una prosa tenera e aguzza a metà tra Longanesi e Woody Allen, è una delle penne più brillanti del giornalismo e della narrativa italiane.

Indubitabilmente. Possiede un'insolente capacità di scrittura che, da qualche anno, ha messo proficuamente al servizio dei temi d'amore. Ma questo, in tv, può servire a far vibrare appassionate sceneggiature, a narrare storie da far raccontare ad altri, e non necessariamente a condurre un format di prima serata.

Il suo programma "Cyrano - L'amore fa miracoli" (Raitre, venerdì, prime time) – "l'amore non ha un perché, l'amore è un perché", cita lui - raggranella un misero 3,11% di share nonostante l'impegno profuso, suo e dalla co-conduttrice Ambra Angiolini, perfetta col partner sbagliato. Cyrano (titolo non originalissimo: l'ultimo ad usarlo fu Massimo Fini nel 2003) è un contenitore di storie ed interviste sentimentali. Nella puntata dedicata al mito di Romeo e Giulietta si è riempito delle storie comuni  di Ilaria e Marco che decidono di vivere separate in casa per un anno per poi “risposarsi” come in una commedia di Spencere Tracy e Katherine Hepburn; o della signora Luigia che ha incontrato il marito sessant'anni fa occhieggiando sul tram; o di due cugini,  Sabrina e Riccardo, amanti in vergognosa clandestinità, ecc...

Dopodichè alle storie comuni si sono aggiunte le interviste a Maria Sole Tognazzi e  Ilaria D'amico amiche per la pelle; a Claudia Gerini che da ragazzina aveva in camera il poster di Tom Cruise e del chitarrista dei Duran Duran e che vive un consapevole rapporto col tempo che passa; e a Enrico Ruggeri che “aveva iniziato a fare dischi per abbordare le ragazze” e che in ben due tranche descrive la sua adolescenza eroticamente sfigata prima e superlativa dopo la notorietà. Metteteci anche un app per cuori solitari, un artista che spiega la passione con origami giganti, una deliziosa giovin cantante  che spazia dalla Mannoia a Dire Straits: e otterrete un programma troppo lungo che s'immerge per furbizie d'ascolto nella notte e che scivola sul faccione onesto ma incolore di Massimo, invece di fissarsi solo sulle vivide espressioni teatrali di Ambra. Sicchè l'esperimento, nonostante, la buona volontà, diventa come la follia di cuore di Romeo narrata dallo stesso Gramellini: “uno tsunami che non puoi gestire”…