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Renzi contro D'Alema: "I leader del passato non ci rubino il futuro"

Alla chiusura della Festa dellʼUnità a Catania il premier attacca i suoi detrattori e lancia frecciate anche allʼUnione Europea

"Abbiamo rispetto per i leader del passato.

Ma non possono rubarci il futuro". Così su Twitter il premier Matteo Renzi fa un chiaro riferimento agli attacchi di Massimo D'Alema nei confronti delle riforme e il referendum costituzionale. Il premier a Catania per chiudere la Festa dell'Unità invita i militanti ad abbandonare la "guerra del fango dentro e fuori il Pd". "Siamo a un bivio", dice ancora, "tra chi vuole cambiare e chi ha paura".

Ma è solo un pensiero ribadito, quello su Twitter, visto che il premier davanti ai suoi sostenitori a Catania aveva detto: "Alcuni leader del passato vorrebbero fregarci il futuro continuando con le divisioni interne, le risse, le polemiche di tutti i giorni. A loro diciamo che questa è la riforma del Pd, come lo era dell 'Ulivo e del Pds".

"Amici e compagni, l'Italia è un Paese che ha tutto per farcela ma la bellezza più grande dell'Italia è la qualità delle relazioni umane, il fatto di stare insieme e di avere un patrimonio comune. Verranno tempi difficili? Non lo so, ma nessuna paura è troppo grande per gli italiani che si sanno abbracciare". "Vi invito a scegliere coerentemente l'Italia che dice sì e non mette veti, non dice no al futuro. Il referendum sta al bivio tra chi vuole cambiare e chi vuole la paura. Noi siamo l'Italia che dice sì". Dice Matteo Renzi chiudendo la festa nazionale dell'Unità a Catania.

Il siparietto con l'imitazione di D'Alema - "D'Alema nel '95 scrive di superamento del bicameralismo perfetto con una sola camera politica e di un capo del governo indicato dai cittadini e noi non l'abbiamo fatto per evitare problemi perché i poteri del premier non cambiano: 'Mi sembra un modello più forte, efficace, europeo. Un'altra prospettiva mi pare avventurosa, inefficace, propagandistica, da evitare'. La penso come Massimo D'Alema, questa è la riforma della nostra storia è il nostro passato". Lo dice Matteo Renzi in un momento in cui imita anche la parlata di D'Alema.

La frecciata su D'Alema e il suo libro - "Il presidente del Consiglio emerito Massimo D'Alema è venuto qui per parlare di politica estera e ha parlato di riforma. Voleva essere simpatico e non gli è riuscito, qualche volta capita: ha detto che la segreteria del Pd vieta di legge libri. Ma io nel 1995 mi stavo laureando quando ho letto un libro: Massimo D'Alema, 'Un paese normale'. Ve lo consiglio perché in realtà è scritto da Velardi e Cuperlo che scrivono molto bene, D'Alema ci ha messo solo la firma".

Non mi faccio trascinare in guerra fango Pd - "Il Pd non è un insieme di correnti che dalla mattina alla sera sui giornali sparano alzo zero contro gli altri e seminando il panico tra i nostri militanti. Noi non ci faremo trascinare nella guerra del fango al nostro interno da chi pensa che sia opportuno litigare tra di noi, dimenticando che fuori di qui non ci sono le magnifiche sorti progressive, ma destra e populismi. E se non ce ne rendiamo conto tradiamo il nostro passato e il nostro futuro". Dice ancora Renzi.

Disponibilità totale Pd a rivedere Italicum - "Ci hanno detto che il problema del referendum era la legge elettorale, abbiamo detto che siamo pronti a discuterne. C'e' bisogno pero' che gli altri facciano proposte, noi facciamo le nostre". Lo ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi, intervenendo alla chiusura della Festa de L'Unità a Catania. "Disponibilità - ha aggiunto - totale a discutere di legge elettorale".

Il messaggio all'Europa: Basta austerity, regole non sono totem - "Basta solo un'Europa di regole, burocrazia, tecnocrazia. Inutile continuare con l'austerity se la gente non arriva a fine mese, inutile continuare con le tesi ardite dei fiscal compact e dei patti di stabilità. Le regole non sono un totem a cui andare a inchinarsi ma devono rendere il Paese e l'Europa diversa: non ne posso più di un'Europa di tecnocrazia e austerity che perde la nuova generazione". Ha detto Renzi nel passaggio del suo discorso in cui si è toccato il tema dell'economia e dell'Europa. - "Se venerdì siamo andati da Tsipras - non uno che si è candidato col Pse - e se Tsipras e Hollande ad Atene hanno detto le cose che negli ultimi tre anni abbiamo detto noi, non è merito mio ma di voi e dei nostri eurodeputati che stanno facendo passare un'idea semplice: Europa svegliati".

M5s ci insulta, ma noi non attacheremo Raggi - "Stiamo vivendo mesi di insulti, da parte del partito 5 stelle, stiamo vivendo una fase in cui quel partito si trova in difficoltà e dopo aver sbraitato e urlato, si trova in difficoltà. Devono aver finito i giga. Non ci deve essere più campo. Si sono nascosti nel buoi delle loro stanze per darsele di santa ragione". Lo ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi, quando ha toccato il tema grillini e la situazione romana. "Loro avevano detto che avrebbero portato la trasparenza nei blog - ha aggiunto -. Noi la trasparenza lo scriviamo nell'articolo 97 della costituzione. loro hanno una crisi di rigetto. Vi chiedo l'impegno non attacchiamo Virginia Raggi. Rispettiamo il voto dei cittadini di Roma. Facciamo vedere che siamo diversi da chi pensa che la politica sia guerra nel fango. Non significa abbassare la guardia, c'è l'articolo 27 della costituzione sulla responsabilità penale e la presunzione d'innocenza"