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Venezia, ipotesi asta di quadri per risanare conti: sindaco non smentisce

Il ministro dei Beni culturali commenta: "Sarà solo una battuta". Ma cʼè un dossier presentato ai parlamentari veneziani dove si parla proprio di mettere allʼasta le opere dʼarte del Comune: scoppia la polemica

Klimt milano
ufficio-stampa

Fa discutere la notizia dell'ipotesi di vendita di quadri di inestimabile valore - di autori come Klimt e Chagall - a Venezia. L'idea secondo quanto riferito dal Sole 24 ore sarebbe del sindaco Luigi Brugnaro, che non conferma ma neanche smentisce. Il Comune di Venezia infatti nel 2015 prevede un rosso in bilancio di 64 milioni di euro, sforerà quindi il patto di stabilità. L'asta dovrebbe in questo modo risanare i conti. Ma la notizia desta polemiche.

L'ipotesi del sindaco non è piaciuta affatto al ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, che ha commentato la notizia con un "penso sia solo una battuta o più comprensibilmente una mezza minaccia per chiedere più risorse al governo".

Ma già qualche giorno fa Brugnaro scriveva in un dossier presentato ai parlamentari "Venezia sta cadendo a pezzi, solo per la manutenzione ordinaria la città dei Dogi richiede 40 milioni all'anno". Per valorizzare quindi "il patrimonio mobiliare serve una vendita di opere d'arte di natura pittorica che, ai sensi del D.Lgs 42/2004, non pregiudicando l'integrità delle collezioni esistenti".

Sull'ipotesi di un'asta dei quadri dei musei per fare cassa, il ministro Franceschini chiude la partita e osserva che "le norme del Codice Beni Culturali per evitare lo smembramento delle collezioni pubbliche e garantire la pubblica fruizione delle singole opere, chiudono il dibattito". "Un dibattito - conclude - che, visto dall'estero, farà altro male alla credibilità italiana".