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Unioni civili, ddl slitta al 24 febbraio Il Pd punta su testo senza stralcio

Alta tensione al Senato dopo il no di M5s al "canguro". Rinviato di sette giorni lʼesame del disegno di legge. Cirinnà: se lo cambiano lascio politica FOTO - Lite tra la senatrice M5s Bottici e lʼex grillina Bencini

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lapresse

Slitta a mercoledì 24 febbraio l'esame del ddl sulle unioni civili.

Lo ha deciso la Conferenza dei Capigruppo in seguito al no di M5S al "canguro". Monica Cirinnà: "Ho sbagliato a fidarmi dei 5 Stelle. Se cambiano il testo lascio la politica". Alta tensione in Aula, con lo scontro tra i parlamentari di M5S e gli ex grillini. E il Pd punta ancora sul ddl senza stralcio dell'articolo 5 con la stepchild adoption.

Unioni civili, ddl slitta al 24 febbraio Il Pd punta su testo senza stralcio

I possibili scenari futuri - Il percorso accidentato che il testo sulle unioni civili sta incontrando non ferma però il Pd che intende andare avanti con il ddl Cirinnà, canguro e stepchild adoption inclusi, come deciso dall'ufficio di presidenza del Pd in Senato.

Tutte in campo le ipotesi possibili: tra le più accreditate lo spacchettamento dell'emendamento "canguro" a prima firma del senatore Pd Andrea Marcucci. Restano sul tavolo anche le altre opzioni: canguro intero, ritiro del canguro, preaffido.

L'ipotesi preaffido al posto della stepchild adoption - Paradossalmente, fanno notare fonti della minoranza dem, se venisse approvato il preaffido, le coppie omosessuali si troverebbero svantaggiate rispetto alla situazione attuale o rispetto a uno stralcio totale della stepchild adoption. Al momento, infatti, i singoli casi sono regolati dalla magistratura che tende a riconoscere il diritto del bambino ad avere due genitori, anche omosessuali.

Ma le associazioni Lgbt, presenti a Palazzo Madama, dichiarano di non prendere neppure in considerazione l'ipotesi di stralcio della stepchild adoption. Intanto, dal governo arriva un messaggio incoraggiante. "Siamo sempre ottimisti. Continuiamo a lavorare", ha detto il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi, lasciando il Senato.

Non ricomposto il dissenso interno al Pd - Animi surriscaldati per le unioni civili in Senato fin dalla mattina, quando prima dell'inizio dei lavori dell'Aula, si sono tenute negli uffici di diversi gruppi delle riunioni per capire come uscire dalla impasse registratasi martedì sera. Nel Pd il capogruppo Luigi Zanda, affiancato dal ministro Maria Elena Boschi, non è venuto a capo del dissenso dei cattoDem ed è entrato in Aula scuro in volto.

Zanda, il rinvio del voto e le polemiche - Quando è iniziata la seduta e Zanda ha immediatamente chiesto la parola per chiedere il rinvio dell'esame del ddl Cirinnà, si sono aperte le cataratte, con Lucio Malan che ha subito ironizzato: "Ma come? dopo 69 sedute della Commissione?"; lo stesso argomento con cui il giorno precedente Zanda aveva chiesto di votare il canguro e procedere rapidamente. E poi proteste da parte di tutte le opposizioni, con l'exploit del capogruppo della Lega, Gianmarco Centinaio, che ha dato del "cagasotto" al Pd per la sua richiesta di rinviare il voto.

La lite in Aula tra la senatrice M5s e l'ex grillina - E si è addirittura rischiato di passare alle vie di fatto, evitato grazie all'intervento dell'Udc Antonio De Poli. Infatti è iniziato un aspro battibecco tra alcuni senatori M5s, come Vincenzo Santangelo, Vilma Moronese e Laura Bottici e la loro ex collega Alessandra Bencini, ora di Idv. Ad un certo punto Bottici, che è uno dei tre questori del Senato, si è fisicamente scagliata contro Bencini, stoppata letteralmente dall'altro questore, l'aitante De Poli. "I questori dovrebbero aiutare a mantenere l'ordine" si è lamentato il presidente Pietro Grasso.

Attivisti Lgbt in Transatlantico contro il M5s - Nervosismo anche in Transatlantico, ma non tra i parlamentari bensì a causa di una imboscata verso i senatori M5s da parte di alcuni esponenti delle associazioni Lgbt. I due pentastellati Paola Taverna e Alberto Airola sono stati avvicinati e "processati" per il "no" di M5s martedì all'emendamento canguro che avrebbe accelerato l'iter della legge: "Noi siamo pronti a votare questa legge - ha rintuzzato Taverna - ma non potete sancire i vostri diritti calpestando quelli democratici".

Paola Concia, ex deputata Pd e storica attivista Lgbt ha attaccato: "Avete posto un problema procedurale sulla nostra pelle". Ma Airola non c'è stato: "Ma non è un problema procedurale è un problema di democrazia". Il tutto nell'imbarazzo dei commessi trovatisi a gestire situazioni inedite in Senato.

La manifestazione al Brancaccio degli attivisti Lgbt contro il M5s - Dopo la lunga giornata in Aula, lo scontro sul no del M5s al "canguro", che ha portato allo stallo del ddl Cirinnà, è proseguito. Militanti dei diritti civili convocati in rete dal Gay Center si sono ritrovati davanti al teatro Brancaccio a Roma dove si svolgeva lo spettacolo di Beppe Grillo per protestare contro il dietrofront del Movimento 5 Stelle sulle unioni civili.